E’ stato presentato a Roma il 27 febbraio 2019 alla presenza del Ministro della Salute Giulia Grillo e del Prof. Michael Marmot[1]  il primo “Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione[2]  realizzato dall’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) in collaborazione con Istat. Il periodo studiato è 2012-2014. “In Italia le disuguaglianze sociali nella mortalità sono presenti tra tutte le regioni, ma anche all’interno delle regioni stesse. Le persone meno istruite di sesso maschile rispetto alle più istruite mostrano in tutte le regioni una speranza di vita inferiore di tre anni (tra le donne un anno e mezzo), gap che si somma allo svantaggio delle regioni del Mezzogiorno dove i residenti perdono un ulteriore anno di speranza di vita, indipendentemente dal livello di istruzione”.

Tuttavia “per alcune cause di morte, come quelle tumorali, il rischio è più elevato nelle regioni settentrionali. D’altra parte in Campania si è osservata una speranza di vita alla nascita inferiore di due anni rispetto ai residenti nella maggior parte delle Regioni del centro-nord, sia tra gli uomini che tra le donne”.

Il rapporto INMP evidenzia come “le persone con basso titolo di studio hanno una probabilità di morte superiore del 35% tra gli uomini e del 24% tra le donne. La quota di mortalità attribuibile alle condizioni socio-economiche e di vita associate al basso titolo di studio è pari al 18% tra gli uomini e al 13% tra le donne. Nel Paese ci sono aree in cui la mortalità è più elevata rispetto alla media nazionale fino al 26% tra gli uomini e al 30% tra le donne, a parità di distribuzione per età e per titolo di studio. Al contrario, il gradiente di mortalità è crescente da Sud a Nord per i tumori nel loro insieme e per la maggior parte delle singole sedi tumorali. Di particolare interesse l’inedita osservazione di un gradiente Est-Ovest con maggiore mortalità nel Nord-Ovest e sulla costa tirrenica per molte cause, soprattutto malattie cerebrovascolari e tumori nel loro insieme”.

I dati pugliesi

I tassi di mortalità generale (per tutte le cause) delle donne mostrano un forte svantaggio rispetto al dato nazionale nelle province BT e Brindisi. Eccesso del tasso di mortalità si registra nelle stesse province per malattie ischemiche del cuore (donne). Nella BT e Bari per tumore del fegato (uomini e donne). Nella provincia di Lecce per tumori al polmone (uomini). Per tumore della prostata nella BT e Brindisi; per tumore vescica nelle province Bari, Brindisi, Lecce e Taranto (uomini);  per leucemie a Foggia (donne), per malattie sistema respiratorio a Brindisi e Lecce (uomini) e BT (donne); per malattie croniche delle basse vie respiratorie  a Brindisi, Lecce e Taranto (uomini), a Brindisi e Lecce (donne); per malattie genito-urinarie a Brindisi (uomini) a Brindisi e Lecce (donne); per malattie uretere a Brindisi (uomini), Foggia, BAT, Brindisi e Lecce (donne); per malattie del sangue e immunologiche a Foggia, BT, Bari e Brindisi (donne); per diabete a Bari e Brindisi (uomini), Foggia Bari e BT (donne); per Parkinson a BT Bari Brindisi e Lecce (uomini), Bari e Lecce (donne); Alzheimer a Foggia BT e Brindisi (uomini), Bari e Brindisi (donne); per cirrosi epatica a Foggia e BT (uomini) Foggia BT e Bari (donne); per accidenti a Brindisi (donne), per cadute accidentali a Taranto (uomini).

La provincia di Brindisi è quella che mostra il maggior numero di tassi in eccesso rispetto alle altre province.

Il peso del basso livello di istruzione

In Puglia si registra un rischio di morte superiore al 25% nei soggetti a basso grado di istruzione per malattie circolatorie (donne), malattie ischemiche del cuore (donne), malattie cerebrovascolari (donne), tumore dello stomaco (uomini e donne), tumori del fegato (uomini), leucemie (donne), tumori delle vie aeree superiori (donne), malattie sistema respiratorio (uomini), malattie croniche delle basse vie respiratorie (uomini), malattie genito-urinarie (donne), malattie dell’uretere (donne), malattie del tessuto osteomuscolare e connettivo (uomini), diabete (donne), demenza (donne), cirrosi epatica (uomini), accidenti (uomini), accidenti da trasporto (uomini).  Il peso di queste cause di morte si ridurrebbe se la composizione della popolazione si livellasse su valori più alti di istruzione.

Redazione Salute Pubblica

28 febbraio 2019                                                      


[1] https://www.salutepubblica.net/la-salute-disuguale/

[2] http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2019-43-1-suppl-