Nel febbraio scorso il Ministro della Salute ed i rappresentanti delle Regioni hanno siglato un’intesa sul “Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa per il triennio 2019-2021”. Si tratta di un accordo importante perché con varie misure di controllo, di trasparenza e di penalizzazione si tende ad assicurare le prestazioni ai cittadini in tempi certi.
Tra le varie misure vi è anche quella che nella Regione Puglia il progetto di legge Amati aveva cercato di introdurre senza successo perché il Consiglio Regionale, su richiesta del Presidente della Giunta Regionale, aveva per ben tre volte rinviato la votazione. Una misura per la quale “in caso di superamento del rapporto tra attività in libera professione e in istituzionale sulle prestazioni erogate e/o lo sforamento dei tempi di attesa massimi già individuati dalle Regione, si attua il blocco dell’attività libero professionale, fatta salva l’esecuzione delle prestazioni già prenotate”.
Secondo il citato piano le Regioni entro 60 giorni dovranno stabilire i tempi massimi di erogazione delle prestazioni e tutte le altre misure di trasparenza sulle liste oggetto dell’intesa che prevedono anche, in caso di impossibilità a rispettare i tempi previsti, l’acquisto da parte delle ASL di prestazioni aggiuntive dal proprio personale o da strutture accreditate oppure, come misura di estrema ratio, l’erogazione in regime di intramoenia con il pagamento del solo ticket da parte del paziente. I direttori generali della ASL saranno responsabilizzati sulla questione che diventerà prioritario elemento di valutazione della loro attività, censurabile anche, in caso di inadempienza, con la decadenza. Non sarà inoltre possibile chiudere le prenotazioni nelle liste di attesa come talvolta avviene oggi.
L’Intesa richiama una serie di norme, quasi tutte già in vigore ma spesso disattese, tra le quali quelle previste nella legge 120/2007 secondo cui l’attività intramoenia viene subordinata a quella principale (cioè a quella istituzionale già finanziata dai cittadini attraverso l’erario) e pertanto può svolgersi solo quando il servizio sanitario pubblico abbia assicurato l’erogazione delle prestazioni che ad esso competono. Sebbene l’attività libero-professionale intramoenia sia, a nostro avviso, un istituto assai discutibile perché in qualche modo introduce situazioni di privilegio determinate dal censo in un servizio pubblico che per sua natura deve essere gestito con criteri rigorosamente paritari, il provvedimento della Conferenza Stato-Regioni ha il merito di ribadire il principio che l’attività intramoenia non è un diritto del medico né un modo per aggirare le liste di attesa bensì un diritto del cittadino di scegliere il professionista che preferisce.
La normativa che il Governo Regionale della Puglia ha cercato con tutti i mezzi di non far approvare al Consiglio “per non dispiacere ai medici” (il 5 marzo c’è stato il quarto rinvio), sebbene costituisca la applicazione di “Principi Fondamentali” fissati per legge, ora dovrà essere dalla Regione medesima applicata grazie all’intesa Stato-Regioni a vantaggio dei cittadini soprattutto di quelli meno abbienti. La sospensione dell’attività intramoenia in caso di sforamento dei tempi di attesa dovrà diventare uno strumento per calmierare i tempi di attesa come già avviene in Emilia Romagna da molti anni.
E’ evidente che bisognerà anche colmare le carenze di personale che 10 anni di Piano di Rientro in Puglia hanno determinato, ma l’Intesa ha il pregio di ribadire, rafforzandoli, principi fondamentali a tutela dell’interesse pubblico già contenuti nella normativa in vigore. L’imminente ed auspicata uscita dal Piano di Rientro della Puglia potrà dare slancio alla sanità regionale soprattutto per colmare quei ritardi che proprio qualche giorno fa sono stati sottolineati nell’aggiornamento dello stato di attuazione di tali Livelli pubblicato dal Ministero della Salute, dove la Puglia, sia pure per poco, non raggiunge ancora la sufficienza.
Sarà necessario comunque vigilare nei prossimi mesi, da parte dei cittadini e da parte degli organi di controllo, affinché l’intervento perentorio della Conferenza Stato-Regioni a difesa dei diritti dei pazienti trovi puntuale accoglienza e applicazione.
Brindisi 6 marzo 2019
Forum Ambiente Salute e Sviluppo