Vito Totire*
Ripartiamo con le nostre iniziative per una acqua veramente potabile che, per essere tale, deve essere priva di amianto. Non che l’amianto in Italia sia l’unico problema, in particolare se ci troviamo in province come Vicenza, Verona, Alessandria e… l’elenco sarebbe molto lungo.
Preso atto di ritardi, di ostruzionismi, di consigli comunali che sostengono che l’amianto nell’acqua c’è ma “è poco”, ecc. diamo avvio ad una iniziativa specifica che riguarda la Puglia ma in realtà aperte da sempre a tutta l’Italia e anzi a tutto il pianeta.
Abbiamo ricevuto la mappa dell’amianto residuo nelle tubazioni pugliesi. Risultano non ancora indenni da amianto 42 comuni di cui 4 in provincia di Taranto (Taranto, Mottola, Leporano e Martina Franca), 3 in provincia di Bari (Capurso, Molfetta e Polignano), 35 in provincia di Lecce; risulterebbero indenni le province di Foggia e Brindisi; la fonte dei “numeri” è Aqp azienda con cui abbiamo dialogato con difficoltà negli ultimi decenni per giungere oggi ad una situazione di maggiore dialogo.
I nostri obiettivi:
- Il primo lo abbiamo enunciato: acqua per usi potabile e domestici indenne da amianto;
- Costruzione di una mappa nazionale (e oltre) non solo dell’amianto ancora presente (compresa la varietà: se crisotilo o anfibolo) ma anche della cronistoria delle bonifiche; in altro termini: se oggi il comune di Capurso mantiene 60 cm. di cemento-amianto dobbiamo sapere cosa si è bevuto però a Capurso negli ultimi 30-40 anni; cioè dobbiamo sapere a quando risalgono le eventuali bonifiche pregresse, se ve ne sono state;
- Costruire un incrocio tra dai relativi alle tubazioni e dati relativi a tumori asbesto correlati; la letteratura sulle relazioni eziologiche è ampia ed esaustiva e dobbiamo usarla come put di riferimento:
- Nell’ambito dei tumori asbesto correlati stiamo cercando di costruire una mappa dei tumori delle vie biliari extraepatiche che possono essere considerati un particolare tumore sentinella della esposizione ad amianto per ingestione; è ovvio che un aspetto della ricerca sta nel sovrapporre le mappe delle tubazioni con le mappe della incidenza e prevalenza del tumore citato;
- Parrebbe a questo proposito che la Puglia sia un territorio molto importante se è vero che Brindisi e Foggia (e vasta parte del territorio di Bari e Taranto) siano indenni (ovviamente “sperando” che lo siano da tempo congruo rispetto a quelli che sono i tempi di latenza della malattia).
In Puglia i comuni che ancora hanno tubazioni in cemento-amianto evidenziano da un minimo di 60 cm. per Capurso a un massimo di (quasi) 13 km. per Lecce. La dimensione “limitata” (rispetto ad altre regioni) rende l’obiettivo di una rapida bonifica abbastanza facile e anche urgente se pensiamo a situazioni come Taranto (2982 metri) per le sinergie negative che l’amianto delle tubazioni ha con altri inquinanti ambientali.
Ci rivolgiamo ai cittadini, alle associazioni ambientaliste, ai medici di base, agli Ordini dei Medici, alla sanità pubblica perché segnalino riscontri e problemi; ovviamente la mappa Aqp è disponibile per chiunque interessato e in particolare per i residenti e i sindaci dei comuni con presenza di amianto. Come dicevamo con Aqp c’è una situazione di dialogo che auspichiamo continui (in particolare per la ricostruzione dei dati storici e per altri elementi che si dovranno approfondire).
Sulle motivazioni della nostra iniziativa e dell’obiettivo che abbiamo dichiarato c’è dissenso con gli enti istituzionali e in particolare con l’Istituto Superiore di Sanità che pare essersi orientato più verso una posizione da “real politik” che verso una strategia di effettiva prevenzione.
Né l’amianto è l’unico inquinante (stiamo pensando al cloro, agli organi alogenati in generale, ai pesticidi …) ma intanto cominciamo da questo!
Bologna, 17 settembre 2020
* medico a nome della Rete nazionale per l’ecologia sociale (AEA-associazione esposti amianto, circolo “Chico” Mendes, centro F. Lorusso, Lega animalista, Comitato ambiente e salute di Mirandola)