28 SETTEMBRE 2012
|L’attuale localizzazione delle Centrali a carbone è stata decisa in tempi in cui non erano forse noti, con la precisione attuale, i loro effetti negativi sulla salute di lavoratori e cittadini residenti nelle vicinanze degli impianti. L’attività di produzione di energia con il carbone ha dei costi che vengono pagati dalla collettività in termini di salute ma anche di riduzione di altre attività produttive, come l’agricoltura e il turismo. Si pensi alla terra fertile presente a sud, e alla costa nord lungo la litoranea Brindisi-Apani.
I rischi per l’ambiente e per la salute derivanti dalle emissioni in atmosfera a causa delle quantità di carbone bruciato, sono, per “fortuna” al centro del dibattito. Poco si discute invece del problema dello smaltimento e dello stoccaggio delle ceneri prodotte dalla combustione.
Le ceneri sono molto più pericolose delle polveri di carbone perchè rappresentano un concentrato di sostanze tossiche, quali per esempio gli idrocarburi policiclici aromatici, i metalli pesanti e le poveri silicee – che non si sono diffuse in atmosfera con la combustione ma rimangono nei bruciatori e nei filtri. Tutti e tre i tipi di sostanze sono cancerogeni certi ed i silicati danno anche fibrosi polmonari gravi ed irreversibili. Specifici studi, effettuati dall’EPA (Environmental Protection Agency) negli Stati Uniti, hanno evidenziato anche casi di contaminazione delle falde acquifere con inquinamento dell’acqua potabile a causa dei metalli pesanti provenienti da depositi di ceneri.
Sarebbe interessante conoscere le procedure di smaltimento delle ceneri, il loro percorso dalle caldaie alle discariche. Forse, il molo carbonifero di Costa Morena meriterebbe una valutazione più attenta anche sotto l’aspetto della movimentazione delle ceneri di scarto della combustione. Una sommaria idea ce la siamo fatta vedendo le operazioni sul molo carbonifero nel porto di Brindisi, peraltro molto, troppo, vicino alla città. Le immagini, scattate il pomeriggio del 31 agosto scorso durante una gita in barca nel porto, parlano da sole. Sul molo carbonifero di Costa Morena una pala meccanica carica materiale scuro e polveroso (ceneri pesanti o fanghi?) da un container scoperto su una nave ormeggiata, il tutto senza imballaggi di alcun tipo.
Due domande sorgono spontanee:
1) il trasporto di queste sostanze può avvenire a cielo aperto o deve essere prima protetto in appositi imballaggi?
2) I nomi dei lavoratori addetti alla manipolazione di queste sostanze sono riportati nel registro degli esposti ai cancerogeni che il datore di lavoro ha l’obbligo di istituire in simili circostanze?
Brindisi, 27 settembre 2012
Stefano Palmisano – Associazione Salute Pubblica
Foto di Ida Santoro per Salute Pubblica