30 SETTEMBRE 2014
|Nel Giugno 2014 Salute Pubblica ha indirizzato alla ASL di Brindisi una lettera aperta sulle attività epidemiologiche da condurre nell’intera provincia. La lettera prendeva spunto dalle proteste giunte da diverse parti (sindacati e associazioni) per i ritardi nella pubblicazione del registro tumori. Salute Pubblica rimarcava che non c’è bisogno di attendere il Registro Tumori se si vogliono conoscere le condizioni di salute della popolazione. “Ma quello che ci interessa – si legge nella lettera – è che le evidenze di eventi avversi emergenti nella popolazione Brindisina, sia dal Registro Tumori 2006 (tassi lelevati di Linfomi non Hodgkin e tumori della Mammella), sia da altri studi condotti in collaborazione con enti di ricerca (malformazioni, ricoveri, BPCO) conducano a comportamenti conseguenti anche da parte della stessa ASL. Il registro tumori è uno strumento importantissimo, ma nel contempo la ASL ha a disposizione una mole di dati sanitari per monitorare effetti sanitari delle più disparate cause non solo remote – come nel caso dei tumori – ma molto più prossime a noi e forse ancora attive (ricoveri ospedalieri, cause di morte, consumo di farmaci, esenzioni ticket, certificati di assistenza al parto, indicatori di salute riproduttiva come abortività, malformazioni ecc.) senza i quali non solo è impossibile assumere o indicare misure preventive ma anche programmare in maniera congrua l’attività di assistenza sanitaria.“
Inoltre le evidenze sui tumori infantili di Brindisi e Taranto e i numerosi dati che evidenziano effetti avversi sulla popolazione locale dovrebbero indurre a conseguenti comportamenti degli organi della ASL nelle conferenze autorizzative di nuovi impianti industriali, cioè tendenti a ridurre le emissioni nocive.
Il 23.7 la ASL rispondeva elencando i diversi studi epidemiologici condotti sulla realtà locale negli ultimi 20 anni e dicendosi impegnata in una attività di approfondimento deliberato dalla Regione Puglia. Circa il ruolo della ASL nelle Conferenze dei Servizi le risposta precisa che l’Ente agisce “tenendo presenti non solo le esigenze di salute della popolazione, ma anche i limiti normativi entro i quali deve necessariamente circoscriversi l’ambito valutativo, adempiendo in tal modo ai propri compiti istituzionali“.
A tale lettera Salute Pubblica ha risposto con il seguente documento:
“Riteniamo importante che la ASL abbia incorporato nel suo patrimonio di conoscenza i diversi studi epidemiologici condotti sulla realtà locale negli ultimi 20 anni. Ci permettiamo di segnalare anche gli studi più recenti come quello di Bruni A. e colleghi che, nel periodo 2005-2009, utilizzando gli archivi dei dati sanitari correnti, hanno messo in evidenza come nelle donne, la BPCO sia più frequente tra le residenti nel capoluogo rispetto alle residenti nei comuni della provincia.” (Stima della prevalenza di bronco pneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) nella provincia di Brindisi per gli anni 2005-2009, in Epidemiol Prev. 2014 Mar-Apr;38(2) :108-15) nonchè quello di Gianicolo E. e colleghi, il quale riporta che nelle settimane di gravidanza in cui le malformazioni si generano, le mamme dei bambini malformati hanno respirato, sulla base dei dati delle centraline per il monitoraggio dell’aria, una concentrazione di SO2 superiore a quella respirata dalle mamme che hanno partorito bambini sani (Environ Res. 2014 Jan;128:9-14).
L’interlocuzione generata con l’iniziativa pubblica della nostra Associazione rappresenta una utile occasione per chiarire il nostro pensiero su alcune questioni affrontate nella Vs risposta del 23.7 us:
1) I dati correnti. Nella Vs risposta si fa cenno al fatto che la ASL sia “impegnata istituzionalmente nella elaborazione di studi di coorte di “Sorveglianza Epidemiologica” (DGR 1120 del 4.6.2014) ed in altri studi epidemiologici basati su dati sanitari in possesso già ricordati dalla Sua lettera e non ultimo nell’avvio del Registro Tumori.” Vorremmo soffermarci proprio sui dati sanitari in possesso della ASL, i dati correnti, che hanno il pregio di essere molto aggiornati e immediatamente fruibili. Esistono ormai esperienze consolidate circa l’uso dei dati correnti. A solo scopo esemplificativo si fa rifermento alla ASL di Brescia (Epidemiologia e Prevenzione anno 32 (3) maggio-giugno 2008 pp 137-144) ed al progetto VALORE sugli standard di cure nelle malattie croniche ed al progetto MATRICE per la gestione sul territorio di pazienti con patologie complesse e croniche.
Il sospetto che le condizioni di salute nel capoluogo siano differenti nei diversi quartieri (peraltro già suggerito da studi come quello di Belli S. e colleghi ed ipotizzato nello studio SENTIERI citati nella Vs lettera) dovrebbe, a nostro parere, indurre ad uno stretto monitoraggio di alcuni indicatori di salute, proprio attraverso l’analisi dei dati correnti per verificare la permanenza o la riduzione nel tempo di quegli effetti sanitari a livello subcomunale.
Analogamente il dato sui tumori infantili emerso dal Registro Tumori Pugliese (+ 8% a Brindisi senza significatività statistica) dovrebbe indurre ad una ricostruzione della mortalità e delle principali cause di ricovero infantili negli ultimi decenni.
2) I pareri nelle conferenze dei servizi. Nella Vs risposta si precisa, a questo riguardo, che la ASL agisce “tenendo presenti non solo le esigenze di salute della popolazione, ma anche i limiti normativi entro i quali deve necessariamente circoscriversi l’ambito valutativo, adempiendo in tal modo ai propri compiti istituzionali”. Se da tale affermazione ne derivasse che si possono verificare circostanze in cui le conclusioni valutative degli Uffici preposti su una nuova attività economica possono confliggere con ipotesi od evidenze di danno sanitario ai lavoratori o alla popolazione, una tale interpretazione del ruolo istituzionale della ASL non sarebbe ovviamente condivisibile per la semplice constatazione che l’unico limite normativo, ancor prima delle leggi istitutive e regolatrici del servizio sanitario nazionale, rimane quello definito dagli articoli 32 e 41 della Costituzione. La nostra preoccupazione è che proprio “le esigenze di salute della popolazione” debbano ricevere un più forte sostegno dalle conoscenze epidemiologiche di cui si diceva al precedente punto e che in loro assenza o carenza rischino di soccombere rapidamente sotto il peso di altro tipo di “esigenze”.
Recentemente è stato oggetto di condivisibili osservazioni pubbliche da parte di un’altra associazione il parere rilasciato dagli Uffici preposti di questa ASL sulla discarica ‘Formica’. Il 12.3 us il Forum Ambiente e Sviluppo infatti osservava che“Il parere favorevole rilasciato dalla ASL di Brindisi, poco più di una decina di righe, pone come condizioni all’esercizio la costruzione di un nuovo pozzo di monitoraggio della falda, il contenimento delle emissioni odorose per mezzo della esecuzione di campagne di monitoraggio e il buon funzionamento dell’impianto di trattamento delle acque di dilavamento. Ma ciò che preoccupa maggiormente è che la ASL alla richiesta del Sindaco di Brindisi, ancorchè tardiva, di “un accertamento atto ad escludere o meno potenziali danni sanitari correlabili all’esercizio dell’impianto in argomento” risponda che “non è possibile, al momento, effettuare una valutazione ambientale complessiva delle contrade interessate, ciò in quanto lo scrivente Ufficio non è in possesso di dati sufficienti relativi alle emissioni, siano esse in atmosfera o nei corpi idrici, per la valutazione relativa sia al carico prodotto da ciascuna attività che agli effetti cumulativi» rimandando eventuali ulteriori comunicazioni a valle delle risultanze del rapporto sulla Valutazione del Danno Sanitario previsto dalla L.R. Puglia n. 21/2012. Il Sindaco richiede la valutazione di un danno sanitario e la ASL risponde che non ha dati di emissione. Risposta incompleta e per nulla rassicurante che induce a chiedere se la ASL abbia valutato, come forse sarebbe stato doveroso, il danno sanitario eventualmente finora prodotto dalla discarica in questione e su quali basi allora la ASL abbia formulato il suo parere.“
A riguardo giova ricordare che proprio lo studio Epiair2 citato nella Vs risposta indica che a Brindisi vi sarebbe un decesso in più l’anno attribuibile al PM10 se si osservasse la soglia media annua di tale inquinante prevista dall’OMS in 20microgr/m3. Più recentemente poi due studi hanno confermato che riducendo PM10, PM2.5 e SO2 vi sono obiettivi miglioramenti di alcuni idnicatori di salute (Environ Sci Technol 2014, 48, 10019-27 eEnvironment International 73 (2014) 235–242)
3) Come riportato nella Vs risposta, nel mese di febbraio 2012 si è costituito il Tavolo di Lavoro del Comitato Consultivo Misto su Ambiente e Salute ma l’ultima riunione risale all’8 gennaio del c.a. nonostante le reiterate sollecitazioni ad una periodica convocazione da parte delle Associazioni partecipanti. Nella riunione del 10 dicembre 2013 si stabilì – come risulta dai verbali pubblicati – di procedere all’analisi dell’andamento dei codici di esenzione ticket nei comuni della provincia dal 2006 al 2012 ed all’analisi della distribuzione dei codici di esenzione ticket nella città di Brindisi, ripartiti per sesso, età e quartiere di residenza (mappa subcomunale) anno 2012. In quella occasione, le associazioni si resero disponibili a supportare il lavoro con altri volontari, in analogia a quanto accaduto nella ASL BAT, dove con il loro apporto si è proceduto all’ accreditamento del Registro Tumori ed all’aggiornamento del RENCAM (Registro Nominativo delle Cause di Morte).
4) Nella Vs risposta si fa riferimento anche allo studio Pirastu sui lavoratori del petrolchmico risalente al 1991. La problematica della salute dei lavoratori non solo chimici è molto attuale ed è riproposta anche dalle conclusioni, inerenti Brindisi, dello studio SENTIERI citato nella Vs risposta. Quei lavoratori dovrebbero essere sottoposti dalla ASL ad una “sorveglianza” già prevista dal D. Lgs 277/91 nei riguardi del rischio AMIANTO “agente con effetti a lungo termine” con il “prolungamento del controllo dopo la cessazione dell’attività comportante l’esposizione”, nonchè dal D. Lgs 626/94 anche per i rischi da CANCEROGENI E MUTAGENI, come riaffermato nel comma 6 dell’art. 242 del D. Lgs 81/08 (Accertamenti sanitari e norme preventive e protettive specifiche, dei lavoratori esposti ad agenti Cancerogeni e Mutageni e dal comma 2 dell’art. 259 del D. Lgs 81/08 – Sorveglianza sanitaria per i lavoratori addetti alle opere di manutenzione, rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti, nonché bonifica). Purtroppo a Brindisi, come in Puglia, non vi è notizia dell’applicazione di questa tutela.
5) Nella nostra lettera si chiedeva inoltre quali risorse fossero state destinate all’attività del registro tumori per ovviare al ritardo accumulato nell’accreditamento.
6) Si coglie infine l’occasione per chiedere se nella ASL di Brindisi si proceda alla ispeazione semestrale delle case di pena come previsto dall’art.11 della legge 345/75 e successive modificazioni.
Sebbene si stiano facendo dei passi avanti nell’ambito della ricerca epidemiologica, siamo ancora indietro in Puglia ed in particolare a Brindisi. Rimanendo alla questione dei tumori infantili, richiamata da codesta Direzione, i primi risultati sono preoccupanti in particolare a Taranto (+35%
rispetto alla media italiana). Il dato è statisticamente significativo e richiede, qui ed ora, interventi di prevenzione primaria. Ma riteniamo possano lasciare tranquilli i risultati di Brindisi (+8%)?
Il dato per essere scientificamente solido ha bisogno di essere confermato negli anni.
Tuttavia ci chiediamo e chiediamo se sia etico aspettare di contare nuovi casi, altri bambini e bambine che si ammalano, perché finalmente il ricercatore possa concludere circa la loro eventuale significatività. Peraltro è facile comprendere che, a differenza dei tumori degli adulti, i tumori infantili esprimono esposizioni molto recenti e forse ancora attive e sulle quali si potrebbe efficacemente intervenire.
Sappiano inoltre dalla scienza, da ricerche svolte in tutto il mondo che anche un micro grammo in più di polveri sottili aumenta il rischio di circa l’1% di tumore ai polmoni. Con numeri alla mano si dimostra che questo incremento è inaccettabile, sul piano etico e perfino politico burocratico (cfr EPA – Agenzia di protezione dell’ambiente americana).
La malattia, dunque, non è solo un brutto scherzo del destino, cinico e baro. E’ in certuni casi collegata a fattori, per esempio l’inquinamento dell’aria, che sono modificabili. E chi se non la
politica a tutti il livelli, a cominciare da quello comunale, deve modificare questi fattori? La politica deve cioé intevrenire per ridurre sino ad annullare l’esposizione di tutti, ed in particolare dei più vulnerabili, bambini anziani e malati cronici.
In conclusione, bisogna certamente di consolidare il registro tumori ma paradossalmente, se anche a fronte di evidenze sanitarie avverse già disponibili non si mettono in campo politiche che contrastino i fattori sui quali si può già agire, non se comprenderebbe l’utilità.
Si ridurrebbe ad un adempimento burocratico, una stelletta al merito di qualcuno, ma i cittadini rimarrebbero esposti a pericoli incontrollati. Quando diciamo politica pensiamo anche alla ASL che di un diritto importante come quello della salute è per statuto posta a protezione. Essa ha uno strumento potente nelle sue mani, quello dell’intervento nella conferenze dei servizi per le autorizzazione all’esercizio di impianti industriali con la competenza che le deriva dalle conoscenze, quelle acquisite e quelle che si spera vengano continuamente elaborate dai dati ampiamente disponibili, e prescrivere la riduzione delle emissioni nocive, in atmosfera soprattutto, come anche prevede il Piano Regionale della Qualità dell’Aria.
Se l’attività epidemiologica ancorchè carente non fosse finalizzata alle azioni preventive, allo stato attuale delle conoscenze acquisite, un diverso atteggiamento delle istituzioni locali ed anche della ASL potrebbe configurare una patente rinuncia ai propri compiti e doveri, una vera omissione.”
La corrispondenza integrale è consultabile in
https://www.mediafire.com/folder/78a1qeywl91rb/Salute_pubblica_asl_Brindisi