04 AGOSTO 2011
|È terminato il progetto di cooperazione scientifica tra l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Lecce (IFC-CNR) e l’Istituto di Salute Pubblica e di Comunità dell’Università di Birzeit.
La salute nei distretti della Cisgiordania è il nome che al progetto hanno dato i suoi estensori: il sottoscritto, che ne ha curato il coordinamento; il dott. Maurizio Portaluri che l’ha diretto per gli aspetti medico-oncologici; la professoressa Rita Giacaman e la dott.ssa Niveen Abu-Rmeileh che hanno condotto il progetto nei Territori Palestinesi Occupati.
Il progetto è stato finanziato dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e cofinanziato dall’IFC-CNR e dall’ASL di Brindisi. Le attività progettuali hanno riguardato l’analisi geografica di mortalità nei distretti della Cisgiordania; e la valutazione dell’organizzazione, della disponibilità e dell’accessibilità nei Territori Palestinesi Occupati di servizi per l’assistenza di malati oncologici. I risultati scientifici sono stati già presentati in un consesso scientifico internazionale e saranno oggetto di pubblicazione su riviste specializzate. Inoltre, un report completo è stato trasmesso al ministro della salute Palestinese per le valutazioni di competenza.
L’esperienza di cooperazione scientifica è stata estremamente arricchente sia per gli aspetti professionali sia, come spesso accade in questi casi, per gli aspetti umani.
La collaborazione è cominciata in un momento storico difficile per la Palestina. Era la fine del 2008, prima della interruzione della tregua tra Hamas e Israele e l’inizio dell’attacco Israeliano nella Striscia di Gaza, quando ho incontrato a Ramallah alcuni colleghi dell’Istituto di Salute Pubblica e di Comunità dell’Università di Birzeit. Istituto che rappresenta un esempio di ricerca applicata alle reali condizioni di deprivazione della popolazione, come ebbe modo di scrivere il dott. Maurizio Portaluri in un articolo scientifico pubblicato nel 2005 sulla rivista Epidemiologia e Prevenzione.
Dopo quella prima missione se ne sono susseguite altre due, l’ultima agli inizi dello scorso giugno. Abbiamo potuto lavorare a stretto contatto con i colleghi palestinesi, apprezzandone l’elevato spessore scientifico e culturale, l’aria cosmopolita che si respira nei laboratori e nelle aule dell’Università di Birzeit. Abbiamo visitato ospedali a Ramallah, Hebron, Gerusalemme, Betlemme; toccato con mano l’esperienza del registro tumori palestinese, tessuto rapporti con altri medici e ricercatori italiani presenti nei Territori.
Ci sono immagini che porteremo per sempre scolpite nella memoria. Non sono solo le immagini che riguardano lo studio geografico di mortalità. Non sono solo immagini che si riferiscono alla ricerca sulla disponibilità di servizi oncologici. Non sono solo le immagini che hanno a che fare con la sanità Palestinese. Sono immagini maledettamente correlate con la salute di questo popolo.
L’immagine di un muro che imponente si staglia a dividere una nazione, intere città, villaggi, famiglie. Contadini dalle proprie terre.
L’immagine di divise militari che ricordano, se ce ne fosse il bisogno, che sei in un territorio militarmente occupato.
L’immagine di colonie che, in dispregio di decine di risoluzioni dell’ONU, crescono in numero e dimensione.
L’immagine, infine, di una madre che con il suo bambino in carrozzina tenta di passare attraverso un tornello nel centro storico di Hebron; non riuscendoci è costretta ad attraversarlo con il suo bambino in braccio, lasciando ad un gruppetto di bambini il compito di trasportare la carrozzina oltre il recinto.
Dott. Emilio Gianicolo
Ricercatore IFC-CNR