UN APPELLO ALLA REGIONE PUGLIA
In data 6 dicembre, sul sito della Regione Puglia, è stato pubblicato, nell’ambito del Programma Operativo Puglia FERS 2014-2020, un avviso ai sindaci per l’individuazione di siti per la localizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica con processo di digestione anaerobico integrato dal compostaggio aerobico, con cogenerazione di energia derivante dalla combustione di biogas, recuperato dal processo digestivo della frazione organica.
Si legge che la Regione Puglia intende avviare tutte le attività propedeutiche all’individuazione di siti utili alla localizzazione di tali impianti di cui intende cofinanziare la realizzazione nei termini previsti dall’art. 61 del Regolamento (UE) N.1303/2013del Parlamento Europeo.
Nell’avviso la Regione si spinge a definire questa tecnologia “consolidata e che assicura la massima tutela per la salute pubblica e la tutela dell’ambiente in tutte le sue componenti.”
Niente di più falso
C’è molta confusione sulla reale tipologia di questi impianti e sulle ricadute ambientali. Facciamo chiarezza. Questi impianti dovrebbero trattare la Forsu (frazione organica rifiuti solidi urbani) a cui possono essere aggiunti alcuni rifiuti speciali non pericolosi (fanghi di depurazione, liquami, letame, scarti di natura animale) che, attraverso diversi processi produttivi, ricavano biogas e compost.
Il biogas ricavato dalla digestione anaerobica serve, attraverso la combustione, alla produzione di energia elettrica. Il digestato, anch’esso risultato della digestione anaerobica, viene convertito in compost con un successivo processo aerobico. La digestione anaerobica con biogas per la produzione di energia elettrica ha molte controindicazioni ambientali dovute principalmente alla combustione del biogas. Per meglio comprendere la pericolosità di questa tipologia di impianti occorre procedere con ordine e analizzare i possibili impatti ambientale e sanitari. Innanzitutto sarebbe meglio parlare al plurale (i biogas), considerando l’enorme variabilità della miscela che lo compone. Questa variabile è amplissima e dipende oltre che dalle matrici utilizzate anche dalle condizioni ambientali. I biogas più ricchi di contaminanti sono quelli derivati da discarica e da fanghi, ma anche quelli da rifiuti organici e agricoli non sono certo puliti e la loro combustione non è priva di conseguenze.
Le variazioni di composizione sono importanti perché comportano la presenza di composti dannosi per la salute umana e per l’ambiente quando vengono immessi in atmosfera. La grande variabilità del biogas dipende anche da altri parametri quali la composizione dei consorzi batterici e la loro efficienza nella produzione di metano. Indicativamente si può parlare di una composizione del biogas fatta principalmente da metano 54-64%, anidride carbonica 35-45%, azoto circa 1%. Si tratta di dati del tutto indicativi perché il biogas può variare moltissimo. La CO2 ha valori che possono oscillare tra il 10% e il 40% con effetti importanti sul potere calorifico e sulla formazione degli ossidi di azoto. Il biogas contiene componenti minori in tracce quali, idrogeno solforato e altri composti dello zolfo, silossani (composti organici della silice), composti aromatici e alogenati. Anche se le quantità di questi composti sono basse rispetto al metano, esse possono avere impatti ambientali pesanti sullo strato di ozono stratosferico, sull’effetto serra e sul peggioramento della qualità dell’aria a livello locale.
Agli effetti delle emissioni di composti nocivi vanno sommati quelli che riguardano i COV (composti organici volatili). Questi composti sono dannosi per l’ambiente e per l’uomo, poiché reagendocon gli ossidi di azoto formano ozono e smog per reazione fotochimica. L’esposizione prolungata a composti organici volatili può causare danni al fegato, reni e sistema nervoso centrale.
Oltre a presentare vari gradi di tossicità cronica i COV sono anche responsabili di odori molesti. L’esposizione a emissioni maleodoranti può causare sintomi secondari come nausea e ipersensibilità. I COV si formano anche per modificazione di composti già presenti durante il processo di digestione anaerobica.
Nel biogas da discarica e da fanghi le concentrazioni di COV variavano rispettivamente da 46 a 173mg/m3 e da 13 a 268 mg/m3. Nel biogas, inoltre, potremmo trovare composti alogenati rappresentati da sostanze contenenti cloro, bromo, fluoro e composti organo clorurati, la cui combustione a temperature inferiori ai 400° centigradi determina la formazione di diossine. La combustione del biogas direttamente da digestione anaerobica, oltre a immettere nell’atmosfera CO2 causa la formazione di polveri sottili (pm10), fini (pm2.5) e ultrafini (pm0.1).
Esiste anche un rischio microbiologico nella digestione anaerobica. Escherichia coli e Salmonella non sono abbattute completamente ma solo a livelli “accettabili” mentre nel caso dei fanghi di depurazione c’è un patogeno, Shigella, che alberga solo nell’intestino umano e che non è per nulla abbattuta nei biodigestorianaerobici. Nel caso di impianti che trattano anche fanghi di depurazione di acqua fognarie questo è un grave problema.
Questi e altri agenti patogeni sono stati rilevati nei digestati da diversi studi e ciò può rappresentare un rischio contaminazione nel caso di utilizzo di questo compost su terreni coltivati. Oltre a queste motivazioni la fitotossicità del digestato è stata attribuita all’elevata concentrazione di azoto ammoniacale che caratterizza tutti i digestati da digestione anaerobica e non solo quelli derivati da trattamento dei fanghi di depurazione.
La digestione anaerobica inoltre produce percolato e scarti non compostabili che devono a loro volta essere smaltiti come rifiuti speciali pericolosi e disposti in discarica.
Questa tipologia di impianti è inoltre energivora e solo con l’accesso agli incentivi statali (incremento consistente del prezzo di acquisto da parte del gestore) e alla produzione di certificati verdi, evita di chiudere in perdita il ciclo produttivo. Spesso questi incentivi sono il vero core business di tali impianti.
I problemi che si pongono sono quindi molteplici: emissioni in atmosfera, polveri sottili, odori, scarti e rifiuti, rumori, rischi sanitari, rischi idrogeologici, traffico e inquinamento.
Altro che quanto dichiarato dalla Regione Puglia.
A questo punto ci chiediamo, chi c’è dietro questa scelta di puntare su una tecnologia che presenta notevoli rischi invece di sostenere le buone pratiche di recupero di materia attraverso impianti di compostaggio aerobici?
Ci chiediamo, come mai il Presidente Emiliano, che a parole dice di condividere la strategia Rifiuti Zero, si presta a queste operazioni unidirezionali verso impianti di questo tipo che, ovunque in Italia, trovano contrarie le popolazioni e le istituzioni locali?
Riteniamo gravissimo l’aver pubblicato questo avviso minimizzando i rischi di tale tecnologia, traendo così in inganno gli amministratori locali che si ritroverebbero sul loro territorio, a loro insaputa, delle potenziali bombe ecologiche.
Chiediamo al Presidente Emiliano il ritiro immediato di questo avviso ai sindaci e la riformulazione dello stesso verso impianti di compostaggio aerobici per la produzione di compost di qualità.
Chiediamo inoltre un incontro urgente con il Presidente Michele Emiliano per esporre le succitate ragioni e le evidenze scientifiche che bocciano questa tecnologia.
Ricordiamo infine che questa priorità è dettata dell’art. 4 comma 6 del D.Lgs. n. 205/2010 (in recepimento della direttiva europea 2008/98/CE): «Nel rispetto della gerarchia del trattamento dei rifiuti le misure dirette al recupero dei rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio o ogni altra operazione di recupero di materia sono adottate con priorità rispetto all’uso dei rifiuti come fonte di energia».
FIRMATARI
Movimento Nazionale Legge Rifiuti Zero – Puglia
Federazione dei Verdi – Bisceglie
Federazione dei Verdi Manduria
Federazione dei Verdi Carovigno
Federazione dei Verdi Provincia di Brindisi
Coordinamento NOTriv Terra di Bari
Comitato Bene Comune Trani
Maurizio Portaluri, Associazione Salute Pubblica
AmbientiAmo Cerignola – Cerignola (Fg)
Comitato pugliese Acqua Bene Comune
L’Airone – Stornarella (Fg)
Capitanata Rifiuti Zero – Foggia
Comitato contro l’inceneritore di Borgo Tressanti – Cerignola
Movimento ilGrillaio Altamura
Forum Salute e Ambiente di Barletta
Convochiamoci per Bari
Consulta Comunale per l’Ambiente – Santeramo in Colle
Emanuele Larini – Galatina
Maria Lucia Tummolo– Stornarella
Io non accuso nessuno ma ora si va dal magistrato e ci penseranno loro perché sono mesi che denunciò a tutti sta cosa ma nessuno fa nulla e non posso passare per un rompicoglioni. Già ha detto in giro che Marco, mio figlio è andato al pronto soccorso per problemi respiratori che non è affatto vero ma si vede che sto rompendo le oalle a qualcuno che vuole far finta di nulla e coprire qualcuno
Davvero inguardabile questo articolo
Mette insieme pregiudizi e disinformazione pura su un qlc di utile come il compostaggio misto ( aerobico anaerobico ) che e’ una soluzione pulita al trattamento dei rifiuti organici nelle città .
Non si capisce perché si continua a fare caccia a streghe che non esistono su questo argomento senza capire che si fa solo un favore a chi il riciclo virtuoso non lo vuole fare .
Allucinante
E’ uno degli articoli più ignoranti in ambito di biogas che abbia mai letto.
come pensate di riutilizzarla la frazione organica del rifiuto? visto che vi riempite la bocca con l?art. 4 comma 6 del D.Lgs. n. 205/2010.
cominciamo a pensare che questa tecnologia permette di trasformare un problem in una risorsa, se ci fossero più impianti del genere magari impiegheremmo meno gas minerale e quindi inquineremmo di meno, la Co2 che si libera in ambiente da un impianto a biogas era già presente nell’aria ed era stata assorbita dalla sostanza organica che si inserisce nel processo in quanto rifiuto.
Nessuno accenna poi alla possibilità di depurare IL biogas (che è già intesa come una miscela quindi è singolare) e produrre biometano, che non è altro che metano identico in tutto e per tutto al metano minerale che si impiega nelle case ( questo ci permetterebbe di essere meno dipendenti da paesi esteri che lo importano es Russia).
Per la carica di pericolosi patogeni come definiti nell’articolo attualmente non vi è nessuna notizia di epidemie, se qualcosa va in campo prima è sempre stabilizzato e sicuro (il processo di digestione seguita dal compostaggio raggiunge temperature che PASTORIZZANO il composto esattamente come il latte che si beve, e tempi e temperature sono normate da leggi specifiche.
Alle persone che leggeranno questo articolo chiedo di informarsi su fonti sicure,nè nell’artiolo nè tra i firmatari vedo nessuno di attendibile (università, centri di ricerca ecc) solo consulte, comitati e forum di persone impaurite perchè non conoscono la materia.
Signor Enrico, non riteniamo più debole il documento solo perché tra i firmatari non ci sono esponenti dell’accademia o di enti di ricerca. Nessun ente di questo tipo ha scoperto la presenza della diossina nei latticini prodotti a Taranto! Non è il blasone di chi scrive ma l’adesione al metodo scientifico che rende una informazione affidabile. Tale adesione non è di per sè appannaggio di una agenzia di ricerca o similare, ma va dimostrata. Pertanto la scienza può essere esercitata da chiunque sia capace di esercitarla.
il problema è che non citate le fonti scientifiche che avete utilizzato per scrivere queste affermazioni che sono del tutto false.
sulla questione patogeni basta informarsi sui siti delle agenzie per l’ambiente.
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/rifiuti/file-e-allegati/documenti/DigestioneC_botulinum_2014.pdf
Ovviamente le fonti devono essere autorevoli e disponibili al confronto sui dati e sui metodi che hanno usato per fare certe affermazioni. Chi dice che il biogas produce le diossine ma non ha alcun dato a supporto non è molto credibile. Caso Stamina insegna
bisogna dire che il biogas si produce comunque e risulta inquinante (anche il metano causa effetto serra; per questo, oltre che per l’odore, si preferisce bruciarlo comunque anche senza produzione di energia); quindi disperdere nell’ambiente i rifiuti organici risulta più pericoloso del trattamento in impianto.
gli impianti esistono da anni e sono diffusi particolarmente in germania. se volete una pubblicazione scientifica in materia:
http://old.iss.it/binary/mvaw/cont/Il_biogas_spunti_per_una_serena_riflessione.pdf
altri esempi applicativi:
https://www.tuttogreen.it/gli-autobus-a-biogas-prodotto-dalla-depurazione-della-acque-scarico/
https://www.casaeclima.com/ar_4034__TECH-Ricerche-biogas–fognatura–domestico–scotia-gas-Uk-rete-di-biogas-da-acque-reflue-domestiche-.html
le ricadute economiche in italia sembrano importanti, non solo per la dipendenza energetica, ma anche ricordando i sussidi all’agricoltura.
notare che rischi batterici esistono anche nei centri urbani:
https://www.informazioneambiente.it/feci-dei-cani-non-raccolte-inquinamento-lambiente-altri-pericoli/
meno male che c’è qualcuno che ragiona!
Le fonti? dove vuoi che le abbiano prese queste sciocchezze, nemmeno su topolino.
Una volta bruciavano le streghe, ora se la prendono con la digestione anaerobica.
Vorrei poi sapere l’alternativa per stabilizzare la forsu, la discarica no perché il biogas si fa uguale.
Resta il compostaggio aerobico Che, quello si, fa una puzza della madonna e il metano che genera uguale va diretto in atmosfera.
Mi ricordo l’intervento che sentii una volta che andai a sentire una i queste farneticazioni collettive. Una di queste beghine, dice, “ieri camminavo nella strada tal dei tali a fianco del campo di Tizio e sapete cosa ho visto?….. HO VISTO .. un tutolo! Ma sapete cosa vuole dire? che in quel campo hanno sparso il digestato!
AIUTO!!!!!!!!! ma signora mia, se dopo essere passato attraverso una digestione anaerobica lei trova un tutolo intero, io mi faccio frate 🙂
Eppure la soluzione dei rifiuti FORSU è di una semplicità enorme: basta trasformarli in ammendanti di alto livello concimante per i terreni. Così si innescherebbe la cosidetta economia circolare, si eviterebbe di ridare all’ambiente la CO2 assorbita all’origine, si eviterebbero infiltrazioni di percolati verso le falde acquifere ed inoltre nessuno si inslterebbe sui social.
La trasformazione avvine con semplici impianti senza emissiome di gas serra nell’ambiente.
ciao a tutti
Faccio notare che tra i firmatari ci sono medici di altissimo profilo professionale e curricolare. Io prenderei tutto questo con rispetto e prudenza.
Il testo dell’articolo è del tutto fuoriviante. La composizione del biogas sia esso da discarica che da impianto altro non è che una miscela di metano (quello che abbiamo in tutte le case – formula chimica CH4) e di CO2 – anidride carbonica – quella che emettiamo quando respiriamo.
Esso viene utilizzato in motore endotermico – un motore a metano quello della Panda – solo di cilindrata maggiore per produrre energia elettrica e calore. Le emissioni in atmosfera sono le stesse che avremo con qualche auto a metano.
La presenza di altri composti alogenati (cloro, fluoro, bromo) non risulta in nessuna pubblicazione scientifica, poichè tali composti non entrano nel ciclo di metanogenesi
I dati relativi ai composti COV sono riferibili al contenuto di propano, etano e butano (i gas che troviamo negli accendini BIC)
Le informaizoni circa i batteri patogeni sono prive di ogni fondamento scientifico – visto che il processo di digestione anaerobica avviene in un ambiente nel quale i patogeni non sopravvivono
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/rifiuti/file-e-allegati/documenti/DigestioneC_botulinum_2014.pdf
chi dovrebbe essere denunciato siete voi per procurato allarme- reato previsto dal codice penale.
http://tesi.cab.unipd.it/40130/1/TESI_TRIENNALE_ALESSANDRO_ROSENGART.pdf
se dobbiamo spendere 500€ a ton solo di costi dell’impianto oltre alla sua messa in funzione dico che si può spendere di meno e con meno inquinamento , e sopratutto meno disagi per le popolazioni, riflettete , riflettete
…il problema è sempre lo stesso : quando si brucia qualcosa lo scarto (chimicamente e biologicamente parlando) di quello che si è bruciato è sempre peggiore ..(lo impone il secondo principio della termodinamica) però se pensiamo che il 40% della massa totale che si brucia diventa energia elettrica il bilancio energetico ed ecologico resta positivo.Le centrali termoelettriche alimentate con combustibili fossili a parità di energia elettrica prodotta inquinano quasi il doppio.
Informatevi…
Questo post è fantastico, leggo il vostro blog ogni giorno e condivido tutti gli
articoli interessanti anche con i miei follower su Facebook e
la mia lista di e-mail. Vi prego di continuare a pubblicare, grazie.