In Italia, e in Europa, negli ultimi 15 anni le politiche liberiste dei governi che si sono susseguiti, indipendentemente dal loro colore, hanno portato a una vera e propria privatizzazione dei beni comuni, compresa l’acqua. L’ultima fase, in senso cronologico, di questo processo è rappresentata dalla famigerata Legge Ronchi, che sancisce l’obbligo di far entrare, almeno per il 40% dell’azionariato, soggetti privati nella gestione dei servizi idrici integrati. I referendum, promossi dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e da un’ampia coalizione sociale costituita da forze culturali e sociali riunitesi nel “Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune”, costituiscono lo strumento costituzionale di cui disponiamo per fermare la privatizzazione, abrogando la legge Ronchi e l’art. 154 del DLgs 152/2006 (limitatamente alla parte relativa all’adeguata remunerazione del capitale investito). Solo dopo l’abrogazione di tali articoli si potrà avviare un percorso che porti all’effettiva ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.
In Puglia, l’acquedotto è una Società per Azioni (AQP Spa) a totale capitale pubblico (la Regione Puglia detiene il 100% delle azioni). Questo comporta una schizofrenia per la quale l’AQP, per quanto di proprietà pubblica, è gestito secondo il diritto privato, e il pericolo costante che una parte delle azioni venga venduta ai privati. Rischio che si è corso il 25 febbraio 2009, quando in consiglio regionale, l’allora capogruppo del Partito Democratico, Antonio Maniglio, presentò una mozione per vendere una parte delle azioni ai privati. Per fortuna, tale mozione venne ritirata grazie alla forte e costante mobilitazione dei Movimenti per l’acqua e, più in generale, della cittadinanza.
Nel giugno del 2009, dopo due anni di silenzio del Governo alle richieste di incontro, il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”, il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e la Regione Puglia avviarono, attraverso la nascita di un tavolo tecnico, hanno avviato l’iter che ha portato all’elaborazione, nel dicembre 2009, del disegno di legge (DDL) per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese. Il Presidente della Regione e l’Assessore Amati si impegnarono a portare il DDL in Consiglio prima della fine del primo mandato della Giunta Vendola, cosa che però non avvenne. In compenso, Nichi Vendola costruì la campagna elettorale per la sua rielezione alla presidenza della Regione proprio sul tema “acqua pubblica”, impegnandosi a nome della sua coalizione a trasformare il DDL in Legge entro i primi 100 giorni del suo nuovo Governo. Nichi Vendola e la sua coalizione sono stati rieletti a marzo del 2010 e oggi, a oltre un anno da quel giorno, il ddl per ripubblicizzare l’Aqp giace ancora nelle commissioni competenti. E, purtroppo, non è tutto: la maggioranza ha infatti partorito degli emendamenti che, se approvati, stravolgeranno il ddl originario, mettendo a rischio soprattutto la trasparenza, il principio di partecipazione nella gestione degli enti locali, e il quantitativo minimo vitale di acqua garantito ad ogni cittadino.
L’acqua, tuttavia, è solo la punta dell’iceberg della privatizzazione dei beni comuni promossa dalle politiche liberiste degli ultimi decenni che hanno prodotto l’impoverimento di larga parte delle popolazioni e dei territori, arricchendo solo piccoli gruppi finanziari con una drastica riduzione dei diritti conquistati, determinando l’attuale e drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia. All’interno di questo quadro generale si inserisce anche il processo di privatizzazione dell’Istruzione Pubblica, e di “autonomizzazione” dei vari Atenei e Istituti scolastici, promosso dai vari governi di centro-sinistra e centro-destra susseguitisi negli ultimi vent’anni, i quali stanno dando sempre più spazio alle scuole e università private. La logica privatizzatrice è la stessa.
Sabato 12 marzo – h 9.30
Piazza Umberto, scendiamo in piazza:
– affinché il DDL sulla ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese (nella sua versione originaria e senza emendamenti) diventi Legge regionale a tutti gli effetti;
– per ribadire la nostra contrarietà alle politiche di privatizzazione dell’istruzione pubblica, dei saperi e della conoscenza;
– per dire NO al nucleare, agli inceneritori, alle discariche e agli impianti industriali inquinanti;
– per avviare un percorso comune per la riappropriazione sociale di tutti i beni comuni;
– per la realizzazione di un modello di gestione trasparente, pubblico e partecipativo attraverso politiche autoorganizzate e dal basso;
– contro lo smantellamento dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, per una piena occupazione fuori dalla logica “sviluppista” in un contesto di produzioni socialmente ed ecologicamente compatibili.
Insieme al mondo dell’istruzione e della formazione,
con tutti i comitati e gruppi territoriali che si battono per la salvaguardia dell’ambiente,
invitiamo tutte e tutti affinché esprimano la loro voce.
UN’ALTRA SOCIETA’ E’ POSSIBILE.
QUI ED ORA!
Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Studenti per l’Acqua
seguono le firme delle altre realtà ………..
Sostengono:
firme delle forze politiche partitiche