Pubblichiamo un intervento del dott. Vito Totire che a Bologna conduce da anni una battaglia perché l’acqua sia veramente potabile, cioè senza amianto e senza sostanze organoclorurate. Si tratta di programmare interventi di ammodernamento della rete idrica che potrebbe prevenire tanti tumori oltre che dare lavoro. Ma si tratta di una situazione solo bolognese? Sono state fatte indagini in altre parti d’Italia?

Rotture nella rete acquedottistica

Le rotture nella rete cittadina di Bologna sono state nel 2017 599; erano state 500 nel 2016; questo significa un incremento del 20% degli eventi che sono censiti in quanto tutti gli interventi su cemento-amianto devono essere notificati alla Ausl ai sensi del decreto 277/1991 che è quindi precedente anche alla messa fuori legge dell’amianto.

Avevamo  purtroppo previsto una linea di tendenza che appunto è stata quella dell’ulteriore incremento delle rotture; è evidente che usura, vetustà, subsidenza, eventi sismici, vibrazioni, clioclastismo; molti fattori insomma contribuiscono alle rotture; abbiamo pure detto decine di volte che la fase che precede la rottura definitiva della tubazione è quella più pericolosa in quanto la “miracolosa” patina calcarea, che pure effettivamente tende a formarsi a causa della durezza dell’acqua, protegge dalla eventuale  dismissione quotidiana ma non regge evidentemente alla fessurazione del tubo che prelude poi alla rottura definitiva.

La nostra domanda (evidentemente retorica) è sempre stata: quante fibre si disperdono in rete in questa fase?

Il quadro complessivo annuale delle rotture nel 2017 risulta: S. Pietro in Casale 36 rotture; Zola Predosa 30 rotture; Castenaso 29 rotture; Calderara di Reno 28 rotture; Castelmaggiore 25; S. Lazzaro 24 rotture; Galliera 18; Castello d’Argile 18 rotture; sono disponibili siti e date… sia della provincia che della città.

Ricerca di fibre

Particolarmente stringata è stata la risposta su questo punto da parte della Ausl; la situazione è paradossale; fino a quando non abbiamo fatto le nostre prime denunce (che risalgono al 1999) alla Ausl il problema “non interessava”;  dopo i primi campionamenti e le prime informazioni in possesso di Seabo  a cui abbiamo avuto accesso compiutamente grazie anche all’intervento del Difensore civico regionale, la Ausl ha iniziato a occuparsi del tema; da quella data ad oggi le informazioni sono andate calando; per esempio ad un certo punto la Ausl ha smesso di voler sapere di che tipo fosse l’amianto campionato…della serie “crisotilo o anfiboli per me pari sono”? Incredibile ma vero.

Adesso ci rispondono con dati ancora meno dettagliati; non dandoci per esempio né il tipo di amianto né i siti dei campionamenti; comunque nel 2017 sono stati effettuati 67 campionamenti di cui 52 a Bologna città; i positivi sono stati 26 di cui 23 a Bologna; non sappiamo dove siano emersi i positivi nei comuni della provincia ma sappiamo che sono stati 3 su 15; ciononostante deduciamo che:

  • Pare si sia finalmente cominciato a monitorare qualche comune della provincia; quali? Lo sapremo alla prossima puntata;
  • Emerge comunque una netta tendenza al peggioramento con il 44.23 % dei dati positivi per la città di Bologna; all’inizio il tasso dei positivi era attorno al 6%! (vedi comunicazione Ausl di Bologna alle Giornate di Corvara 2006); si giunse ad un picco del 35% nel 2015; oggi c’è un nuovo ed ulteriore peggioramento appunto fino al 44%;
  • Il range dei positivi si è collocato tra 254 e 8110 ( dal punto di vista del picco quantitativo in passato c’è stato di peggio: per esempio 8.10.2015 in via Gerusalemme 20.347 fibre); ancora una volta però la Ausl insiste sull’errore di rapportare la conta con la lettura in SEM ai parametri proposti negli USA che vengono accertati con metodologie analitiche differenti sia nella preparazione del campione sia nel tipo di tecnica microscopica (microscopia TEM); la microscopia TEM è una tecnologia disponibile a Bologna, in struttura pubblica: perchè non la si usa?
  • Circa il nostro quesito relativo alle precauzioni adottare per evitare la dispersione di fibre nella fase dell’intervento di riparazione abbiamo avuto rassicurazioni generiche che non rassicurano affatto; infatti torneremo a chiedere copia del piano di lavoro che non ci è stato esplicitato nei dettagli;
  • i dati comunicatici sulle rotture confermano che quasi tutti gli interventi vengono effettuati in tempo reale; in altri termini non pare agevole svolgere attività ispettive; addirittura in molti interventi in provincia la data della comunicazione dell’intervento è successiva alla data dell’intervento! Siamo sicuri che in condizioni di emergenza-urgenza si sia sempre in grado di azzerare la dispersione di fibre in rete? Pare di no visto che l’unica precauzione citata è quella di dilavare la rete dopo l’intervento di ricucitura della falla; ma lavare non significa disperdere a valle le fibre che dovessero essere sfuggite ai tagli?
  • La mappa totale delle rotture (2016 e 2017 per Bologna città, 2017 per la provincia) è disponibile per i cittadini che ce la chiedano; intanto alcune constatazioni:
  1. Come già detto la tendenza degli eventi è in crescita nel 2017, del 20% rispetto all’anno precedente;
  2. Non si sono verificate concentrazioni di eventi favorevoli come quello del 2016 in via Petroni a Bologna con 17 rotture in pochi mesi; rimane tuttavia la domanda: cosa hanno bevuto e con che acqua hanno cucinato i cittadini residenti in via Petroi di Bologna nel 2016?
  3. Rimangono eventi multipli (anche solo nell’ultimo quadrimestre del 2017) in alcune strade, segno probabilmente di situazioni particolarmente critiche: in via S. Donato 7 rotture tra settembre e il 31 dicembre 2017; 3 in via Marchionni; 3 in via Agucchi; 3 in via M. L. King; ecc.
  4. Tornano eventi negativi in zone molto sensibili: per esempio via del Gomito 10, rottura in data 12.10.2017; si era già verificata una rottura il 19.5.2016 (la Ausl non ci ha comunicato il numero civico); è un sito che vista la presenza del carcere vede una popolazione di utenti in difficoltà circa un approvvigionamento di acqua “potabile” alternativo alla “acqua del sindaco” …
  5. Altri siti sensibili devono essere considerati: a) via del Commercio Associato: sito prossimo a FICO; non è la prima volta… b) via Ranzani, vedi disastrosa rottura del novembre 2017 (ma ve ne era stata che una precedente); c) via Tiarini sede poliambulatorio Ausl; d) via Polese… sede AEA… il che ci mette in condizione anche si riaprire, su basi “nuove” un discorso con la Procura di Bologna.

 

Proposte

Le solite proposte inascoltate causa ipoacusia su base politico-affaristica.

Alla attenzione di una comunità locale che alcuni media stanno cercando di ipnotizzare veicolando e dando spazio ai patetici proclami di un ceto politico capace di disastri (siamo arrivati al punto che ai temi dell’ambiente e salute quasi non si accenna neanche) riproponiamo gli obiettivi sui quali stiamo insistendo da anni (per l’amianto dal 1999, per gli organoalogenati dal 1985!):

  • Dobbiamo garantire la disponibilità di acqua veramente potabile;
  • L’acqua potabile deve contenere amianto zero; ci sarebbe da chiedersi come mai la autorità sanitaria locale pur avendo ospitato il convegno del 22 gennaio 2018 nel Palazzo, sia rimasta così indifferente ai contenuti di quel convegno nel quale il prof. Giovanni Brandi ha illustrato la evidenza del nesso tra amianto e tumori biliari intraepatici (e non solo questo nesso)! Una parte del ceto politico è troppo impegnato nella campagna elettorale?
  • L’acqua potabile non deve superare – come obiettivo minimo – il limite guida indicato dalla comunità europea per gli organalogenati (1 mcg.) con la prospettiva di raggiungere lo zero (e zero da subito per gli organo alogenati cancerogeni o sospetti di esserlo);
  • Occorre bonificare integralmente le reti eliminando alla radice il problema delle condutture in cemento-amianto; il potere di decidere deve essere sottratto a Hera ed essere gestito dal basso dalla comunità locale; questo potere è stato di fatto usurpato da Hera e da questa azienda sottratto al Sindaco ed al Consiglio comunale che – per la verità – se lo sono fatto scippare volentieri;
  • HERA HA ATTIVATO I COSIDDETTI MUTUI BEI PER ALCUNI SUI “GRANDIOSI” PROGETTI; come mai non chiede muti per la bonifica ammesso che abbia bisogno di prestiti…
  • Infatti HERA HA LA DISPONIBILITA’ ECONOMICA PER BONIFICARE LA RETE ALLA RIDICOLA SOMMA DI CIRCA 300 MILIONI DI EURO; quanti tumori si potrebbero prevenire?
  • OCCORRE BONIFICARE SUBITO; se ci sono priorità nel cronoprogramma queste vanno riservate alle tubazioni più vecchie e contenenti amianto anfibolo ma, guarda caso, la Ausl da qualche anno non chiede all’Arpa di differenziare gli amianti nei campioni perché differenziare… costa di più… incredibile ma vero.

L’acqua è potabile se il suo contenuto in fibre di amianto è zero. Il 21 marzo 2018 a Bologna convegno nazionale dei cittadini su tema: per l’acqua potabile.

Vito Totire, Presidente nazionale AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute

Via Polese 30 40122 – Bologna vitototire@gmail.com 333.4147329

20 febbraio 2018