Di Vito Totire
Ennesima terribile notizia: due lavoratori edili ultrasessantenni morti in un cantiere edile a Monopoli; il 26 maggio cade il primo anniversario della nascita della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO; il 26 maggio 2022 a Modena abbiamo detto: OCCORRE ARRIVARE IL GIORNO PRIMA!
Purtroppo anche questa volta non ci siamo riusciti e dobbiamo piangere la morte di altri due lavoratori costretti alla loro età ad un lavoro particolarmente rischioso; è ovvio che in uno scavo, se privo di armature di sostegno (Titolo IV-Cantieri mobili, art.119), può morire anche un lavoratore molto più giovane come accadde a Bologna a Reuf Islami, immigrato proveniente dalla Albania; e dunque il problema è la prevenzione per tutti; obiettivo dal qual siamo molto lontani nonostante le misure (prevedibilmente insufficienti) adottate dalle istituzioni e dal ceto politico; diciamo da sempre che i problemi sono non una generica “cultura della prevenzione” (certo manca anche la cultura teorica) ma:
- I rapporti di forza tra operai e datori di lavoro
- Le condizioni spesso schiavistiche in cui sono costretti gli operai (non è un caso che il tribunale di Lecce ha, l’anno scorso) emesso una condanna per omicidio colposo associata al reato di riduzione in stato di schiavitù
- La debolezza della azione di vigilanza nonostante l’estensione dei poteri dell’ispettorato del lavoro e la ventilata assunzione di 1000 nuovi operatori a livello nazionale (posti che poi sono risultati coperti solo in parte)
In tempi in cui i padroni cercano di “ipnotizzarci” con la robotica, la intelligenza artificiale, il metaverso, l’industria 4.0, CONSTATIAMO OGNI GIORNO CHE LE COSIDDETTE “NUOVE TECNOLOGIE”, a parte i nuovi rischi per la salute che comportano, vengono pensate e messe in campo-quasi sempre- solo per aumentare i profitti, per affrancarsi dalla “rigidità della forza lavoro” e non al servizio dell’uomo e della comunità;
perché altrimenti si continua spesso a morire in uno scavo (ma seguiremo le indagini) non protetto nel quale la protezione è costituita di fatto da “semplici” barriere di legno il cui uso è obbligatorio fin dalle norme specifiche sulla sicurezza degli anni cinquanta del secolo scorso?
Lanciammo alcuni anni fa, proprio in Puglia, una proposta per la vigilanza dinamica sul rischio lavorativo; una proposta finalizzata proprio alla prevenzione dei lavoratori maggiormente esposti a rischio nel territorio; le istituzioni non ci hanno dato ascolto; dobbiamo insistere perché la strage potrebbe continuare.
Basta morte sul lavoro; lottiamo per garantire uguale speranza di vita, di salute e di benessere a tutti.
Un abbraccio ai familiari di Vito Germano e Cosimo Lomele. Non vi dimenticheremo.
Vito Totire, portavoce RET NAZIONALE LAVORO SICURO
Bologna, 25 maggio 2023