Una lapide, un monumento, una commemorazione, una riflessione per il futuro… niente? Morti dimenticati…
Di Vito Totire
L’atteggiamento di rimozione da parte di istituzioni e organi di informazione, ma anche da parte dei “sindacati” dei lavoratori è emblematica; la censura dell’argomento – strage di Modugno – non riesce ad essere proprio totale e a una delle domande che abbiamo posto in passato abbiamo trovato risposta: un documento dell’Inail cita un numero di morti al sud nel 2015, tale da far ritenere che i 10 morti sul lavoro di Modugno siano stati riconosciuti; i morti risultano (all’Inail) essere stati 20 dal 2014 al 2016; tutti nel sud d’Italia tranne uno in Abruzzo; la coorte complessiva dei lavoratori risulta essere di circa 500 quindi si è verificato un tasso di mortalità elevatissimo che non ha eguali in tutti gli altri comporti produttivi.
Sorge spontanea una domanda: allo spettrale silenzio sulla strage corrisponde forse un impegno per il futuro finalizzato ad una maggiore sicurezza? Pare di poter affermare il contrario visto che fonti scientifiche autorevoli hanno osservato come la “evoluzione tecnologica” stia incrementando i rischi per i lavoratori con la introduzione sempre più massiccia di nano particelle che aumentano , in fase produttiva, i rischi di esplosione; l’impatto ambientale generale oggi viene considerato diverso con un calo della dispersione di metalli pesanti e di anidride solforosa ma le nanoparticelle diffuse nell’ambiente significano maggiori rischi di inalazione e di superamento della barriera alveolo-capillare con conseguente più facile diffusione nel circolo sanguigno sistemico.
C’è poi un’altra aggravante legata alle nanoparticelle: i costi sono calati; questo comporta una spinta maggiore al consumismo ed allo spreco di cui si vedono già i risultati; non c’è quasi più festa religiosa o laica non funestata dai fuochi artificiali: da sant’Apollinare alla sagra del cinghiale.
Stiamo costruendo l’anagrafe dei comuni spreconi e inquinanti in cui parroci, “pro loco”, partitini, operatori turistici gareggiano per inquinare l’aria e il suolo magnificando nuovi effetti e nuovi colori che, appunto, sono “merito” delle nano particelle che ci entrano nel sangue; tutti (quasi) disposti a commuoversi per Greta, tutti (quasi) pronti a dichiararsi preoccupati per i rischi ambientali per in nostro pianeta, tutti (quasi) parolai pronti a chiedere voti alle prossime elezioni in nome dell’ambiente e noi dovremmo ancora sopportare questa boiata dei fuochi artificiali? Una merce nociva, inquinante, mortifera, che uccide operai, fa ammalare le persone e spaventa gli animali, spreca risorse…; una merce che si continua a usare e spargere anche in mesi di estrema siccità e ch solo qualche volta è stata vietata in occasione di picchi particolarmente drammatici di poveri sottili.
Ricordiamo alla memoria la chiara denuncia di Giorgio Nebbia: interrogarsi sul livello di sofferenza che c’è dietro ogni tipo di merce! Si può essere così…? Organizziamo il dissenso e la protesta, risaliamo la china della omertà; raccogliamo riscontri dei danni, imponiamo la trasparenza sui costi economici e sui percorsi decisionali.
Vito Totire – Circolo “Chico” Mendes, AEA nazionale, Centro F. Lorusso
25 luglio 2019