Negli ultimi mesi la nota rubrica di Radio Radicale, Radio Carcere, ha ospitato due interventi di un gruppo di detenuti del carcere di Brindisi che raccontano rilevanti criticità nella vecchia struttura di Via Appia, risalente agli anni ’30. Abbiamo così raccolto le notizie stampa che hanno riguardato questa casa circondariale per fornire un quadro quanto più possibile completo degli accadimenti e della situazione da vari soggetti descritta.
Il 25 gennaio 2017 Salute Pubblica pubblicava una lettera aperta di Vito Totire all’allora Sindaco di Brindisi, Angela Carluccio, in cui si riportava un intervento a Radio Carcere di un detenuto che mantenendo l’anonimato dichiarava. Scriveva Totire: “In una delle recenti puntate di Radio carcere (Radio radicale), fonte di informazioni che consiglio a tutti di seguire, è giunta una telefonata di una persona detenuta nel carcere di Brindisi. Ha detto “poche” cose ma impressionanti: I detenuti sono 180 contro una capienza adeguata di 100; le celle sono di 12 metri quadrati e ospitano fino a 4 persone; il carcere è stato costruito nel 1930; le persone ristrette fanno una sola ora d’aria al giorno; una situazione esasperante, dunque, di sovraffollamento.”
Il 28 gennaio 2017 la direttrice Anna Maria dello Prete replicava su La Gazzetta del Mezzogiorno;«Ai detenuti ospitati in questa struttura – evidenzia la direttrice – viene assicurato lo spazio previsto dalla normativa europea ed è consentito permanere al di fuori delle celle otto ore al giorno così distribuite: cinque ore di permanenza all’aperto e tre ore di permanenza all’interno delle salette della socialità. Con particolare riferimento ai percorsi di reinserimento e di risocializzazione della persona, dai quali, secondo il fautore della lettera, il carcere di Brindisi sarebbe distante anni luce, mi limito solo a riportare l’elenco delle attività organizzate all’interno di questo istituto alla data odierna: tre corsi scolastici (scuola media, corso di alfabetizzazione, biennio), 2 laboratori teatrali, un laboratorio artigianale-artistico, un corso di Yoga, un progetto Acat, un progetto di sostegno alla genitorialità, un progetto di convivenza sociale e civile e un progetto di educazione alla legalità. A tutto ciò si aggiungono le attività lavorative alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria, quelle alle dipendenze di terzi (due sono attualmente i detenuti in regime di art. 21 O.P.) e quelle a titolo di volontariato svolte da due detenuti, uno a favore del Comune di Erchie e l’altro a favore di un istituto scolastico della città». «Segnatamente alle condizioni igieniche dell’istituto – prosegue la dott.ssa Dello Preite – rilevo la totale mancanza di inadempimenti imputati a questa direzione da parte del Dipartimento di Prevenzione della Asl. Parimenti nessun rilievo è stato mosso dal Magistrato di Sorveglianza che ha visitato l’istituto lo scorso 23 novembre, né dai parlamentari in visita, l’ultimo dei quali in ordine di tempo è stato l’onorevole Nicola Ciracì, che ha visitato il carcere il 29 dicembre scorso, unitamente ad una delegazione dell’associazione “Nessuno tocchi Caino” e ad alcuni rappresentanti (Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti) del Partito Radicale».
In effetti 29 dicembre 2016 al termine di una visita di una delegazione del Partito Radicale nella Casa Circondariale di Brindisi la stampa raccoglie alcune dichiarazioni che definiscono le condizioni di “vivibilità tollerabile” ed un “ambiente igienico soddisfacente” almeno in una parte “ristrutturata” (ve ne sarebbe quindi una non ristrutturata). Non così in una parte destinata al “transito” di detenuti destinati ad altri carceri. Non si potrebbe comunque, a detta della delegazione, svolgere sport, lavoro e scuola.
Il 4 febbraio 2017 su Brindisi Report si annunciava la mancata ristrutturazione di parte del carcere di Brindisi per il parere negativa del Ministero della Giustizia: Carcere di Brindisi, bocciato il progetto di ristrutturazione. “Il padiglione doveva essere demolito e ricostruito per essere “adeguato al nuovo regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario che ha introdotto un livello di maggiore comfort nelle stanze detentive, soprattutto in relazione alla disposizione dei servizi igienici interni alle camere, definendo anche gli spazi minimi per le attività collettive delle detenute”. La costruzione prevedeva tre piani: al pian terreno e al primo le finestre avrebbero dovuto avere “grate esterne”, al secondo piano ci sarebbero stati cinque laboratori, due aule di attività, servizi e corpo di guardia. Dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria è stata rilevata l’opportunità di posizionare la sezione detentiva al secondo piano e non al primo. Ma quel rilievo non è stato recepito. Il carcere di Brindisi, di conseguenza, resta com’è.”
Nel dicembre del 2017 l’ISTAT pubblicava dati relativi al 2016 in cui la media italiana vedeva 108 detenuti per 100 posti regolamentari ed in Puglia il valore era di 136 per 100 posti regolamentari (Quotidiano 29 dicembre 2017)
Il 22 aprile 2018 si torna a parlare del Carcere. “Carcere di Brindisi, detenzione disumana”: Ministero della Giustizia condannato a risarcire detenuto.“Il Tribunale civile di Lecce, Prima sezione (giudice Katia Pinto) ha accolto il ricorso presentato e discusso dagli avvocati Giuseppe Guastella e Giuliano Grazioso, del foro di Brindisi, difensori di un brindisino ristretto nella casa circondariale di via Appia dal mese di aprile 2011 al settembre 2012. E ha riconosciuto il diritto del detenuto a essere risarcito per i danni patiti, riconoscendo la somma di otto euro al giorno per 292 giorni, conteggiati con riferimento all’effettivo periodo di permanenza in una cella “obiettivamente angusta” tenuto conto del sovraffollamento in uno spazio vitale limitato, pari a “3,1675 metri quadrati”, definito escludendo la superficie occupata dai letti a castello, dagli armadi, dagli sgabelli e dalla tv. Spazio da dividere con altri detenuti. Erano in quattro a dover convivere in quel rettangolino che per il giudice è stato “angusto”, tenuto conto di quanto stabilito dall’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, anche in relazione alle recenti pronunce della Corte di giustizia europea, dopo la sentenza “Torreggiani” dell’8 gennaio 2013. I giudici di Strasburgo per la prima volta riconobbero un equo risarcimento alla parte lesa per le condizioni di sovraffollamento del carcere, estendendo l’indagine ad altri fattori quale la dimensione delle celle, il sistema di riscaldamento, le condizioni di areazione e illuminazione, il diritto all’ora d’aria.“
Il
23 aprile 2018 la direttrice del carcere di Brindisi, Anna Maria dello
Preite, chiedeva la pubblicazione di una lettera di rettifica Dopo la sentenza del tribunale civile, una nota della
direttrice del carcere
“ln relazione all’articolo apparso in data di ieri 22 aprile a firma Stefania
De Cristofaro dal titolo ” Carcere di Brindisi, detenzione
disumana”, nella mia qualità di direttore dell’lstituto, ai sensi della
normativa vigente in materia di stampa, chiedo pubblicarsi quanto segue a
rettifica di alcune affermazioni ivi contenute. Risponde certamente al
vero la condanna pronunciata dal Tribunale di Lecce a favore di un detenuto
ristretto in questa struttura dal 30 aprile 2011 al 19 settembre
2012. E pur tuttavia, molte delle affermazioni dei difensori, riportate
nell’articolo e del tutto estranee alla motivazione della decisione del
giudice, risultano infondate.“
Il 30 maggio 2018 il Servizio di Igiene Pubblica della ASL di Brindisi ad una nostra richiesta di poter leggere l’ultima relazione relativa alla Casa Circondariale di Brindisi, rispondeva con una nota in cui riassumeva l’esito di una ispezione condotta il 28.2.2017 (si consideri che la legge del 1975 prevede una ispezione ogni 6 mesi da parte dell’autorità sanitaria) “alla presenza costante della direttrice”, specifica la risposta” ed “evidenziando la mancanza di criticità igienico-sanitarie ed ambientali”. Dopo aver descritto le varie zone destinate ai detenuti, la lettera conclude “nel corso della ispezione si è accertato che gli spazi nelle celle sono congrui al numero di detenuti presenti (che non è indicato, lo indica invece Sergio D’Elia del Partito Radicale 165 detenuti per 114 posti regolamentari nell’intervista del 29 dicembre 2016 ndr)
12/11/2018 “Brindisi. Si uccide in carcere impiccandosi in bagno. Un detenuto di origini baresi di 43 anni si sarebbe servito di un asciugamano” La Gazzetta del Mezzogiono, Puglia e Basilicata, pag 9
11/11/2018 “Due risse con aggressioni nel carcere di Via Appia” Il Sappe Denuncia Tensioni. Quotidiano di Puglia “gli sconfortanti numeri delle carceri della regione Puglia con meno 600 poliziotti e più di 1400 detenuti tra cui anche Brindisi che dovrebbe ospitare non più di 120 detenuti e ne gestisce circa 210 a fronte di una carenza di poliziotti di circa 50 unità”
Il 6 giugno 2019 un ex detenuto nel carcere di Bari e Brindisi interviene a Radio Carcere con una sua testimonianza.
Più recentemente un gruppo di detenuti ha inviato due lettere al conduttore di Radio Carcere racontando la loro versione della vita in carcere che sono ascoltabili sul sito di Radio Radicale, lette nelle puntate del 17 ottobre e del 19 dicembre 2019.
Non siamo in grado di sottoscrivere i racconti delle persone detenute, ma la lunga serie di notizie contrastanti sul carcere di Brindisi, come da molte altre carceri italiane, meriterebbe di essere vagliata dalle numerose autorità preposte alla vigilanza sugli istituti di pena e dalle istituzioni politiche.
Maurizio Portaluri
Brindisi 6 gennaio 2020