Se l’8 febbraio prossimo la Conferenza dei servizi convocata presso il Ministero dell’Ambiente approverà la nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale)* per la Centrale Federico II di Brindisi Cerano così come formulata nel Parere Istruttorio Conclusivo rilasciato dalla competente Commissione il 5 gennaio scorso, avremmo una riduzione delle emissioni del 20% circa rispetto a quanto emesso ad esempio nel 2006. Ma rispetto alla produzione del 2010 (anno di minore attività per via della crisi dei consumi elettrici), si verificherebbe un aumento delle polveri primarie del 10% e del biossido di zolfo del 5%.
Il parere della Commissione Ministeriale sostiene che la nuova AIA produce una riduzione dal 10% al 40%, a seconda della sostanza utilizzata per la combustione, rispetto alla precedente autorizzazione.
Ciò per quanto riguarda le medie annue degli inquinanti in atmosfera ed i relativi danni alla salute, di tipo “long-term”, ossia che si manifestano anche a lunga distanza di tempo dall’esposizione.
Se guardiamo invece ai limiti prescritti in termini di concentrazioni nei fumi (emissioni misurate in continuo), che dovrebbero controllare le situazioni di inquinamento “acuto”, evitando picchi di emissione e concomitanze sfavorevoli (ristagno degli inquinanti, polveri sahariane) a tutela della popolazione dagli effetti a più breve termine, saremo ben lontani dal contenimento dell’inquinamento che le tecnologie migliori e disponibili (BAT = Best Available Technologies) potrebbero realizzare. Per la nuova autorizzazione sarà possibile emettere, nei circa 230 milioni di metri cubi di fumi al giorno, concentrazioni quasi 2 volte (per gli ossidi di azoto, NOx), 3 volte (per le polveri) e fino a 8 volte superiori (per il biossido di zolfo, SO2) a quanto si potrebbe ottenere applicando le BAT. Ciò perché nel parere della Commissione le prescrizioni sono espresse in termini di medie mensili anzichè di medie giornaliere. In questo modo i limiti “concessi” dalla proposta del parere istruttorio permettono ai gruppi in funzionamento di emettere fumi, ora per ora o giorno per giorno, con concentrazioni più elevate persino di quelle che si otterrebbero dividendo il limite massico annuo per le ore di funzionamento presunto.
Per rientrare nei limiti massici annui si deve presumere che la centrale potrà restare improduttiva (spenta del tutto o ferma con uno o due gruppi su quattro) per un determinato lasso di tempo durante l’anno, come peraltro sta già succedendo da alcuni anni, per via della scarsa competitività nel sistema di produzione e vendita dell’energia elettrica di origine fossile.
Cioè in altri termini, la nuova AIA ridurrebbe la quantità totale di emissioni annue rispetto alla precedente autorizzazione, ma consentirebbe un incremento delle polveri primarie del 10% e dell’SO2del 5 % rispetto al 2010. Mentre sulle emissioni di breve periodo, quelle che producono effetti sanitari acuti sul cuore e sui polmoni, si fisserebbero valori limite molto superiori a quelli raggiungibili con sistemi di abbattimento presenti sul mercato ordinario (BAT).
Appare dunque che questo quadro autorizzativo sia più consono alle strategie commerciali che a considerazioni di prevenzione primaria delle malattie riferite agli inquinanti industriali già documentate a Brindisi e nell’intero Salento, rendendo non cogenti gli investimenti che sarebbero necessari per abbattere le emissioni in accordo con le BAT.
E’ necessario che gli Enti Locali che interverranno alla Conferenza dei Servizi convocata per l’8 febbraio, consapevoli di tali novità, chiedano le modifiche necessarie per non nuocere alla salute pubblica, a partire da limitazioni alle emissioni giornaliere in linea con i migliori risultati ottenibili con le BAT, nel pieno rispetto della normativa vigente, ovvero concentrazioni limite in media giornaliera di 20, 90 e 5 mg/Nm3rispettivamente per SO2, NOx e polveri.
Brindisi, 07.02.2017 Salute Pubblica
*provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto o parte di esso ed è obbligatorio per legge per le aziende rientranti nell’allegato 8 del Testo Unico dell’Ambiente