Luisella Gilardi del Centro di Documentazione per la Promozione della Salute DoRS ha tradotto e sintetizzato per www.diseguaglianzedisalute.it un recente articolo apparso sul Bmj il 30 gennaio che “invita i governi a non preoccuparsi dei profitti dell’industria farmaceutica nel caso in cui si sospendessero i diritti di proprietà intellettuale per i vaccini e le terapie contro Covid 19. L’articolo argomenta la necessita di agire rapidamente in questo senso scardinando le principali tesi dell’industria farmaceutica, proponendo soluzioni alternative o perlomeno complementari per la ricerca e sviluppo di nuovi farmaci essenziali per la salute pubblica”. Di seguito alcuni brani.
“L’argomento contro la riforma del sistema della proprietà intellettuale è che tali diritti sono necessari per compensare i rischi finanziari che l’industria farmaceutica si assume quando investe in ricerca e sviluppo per realizzare nuovi prodotti.
Nel caso dei vaccini covid-19, il rischio delle aziende farmaceutiche è discutibile poiché i governi hanno finanziato una quota sostanziale dei costi per la ricerca e lo sviluppo e acquistato grandi quantità di vaccini in anticipo. Questi governi meritano un “ritorno” sul loro investimento sotto forma di prezzi più bassi o un maggiore accesso ai vaccini per i poveri di tutto il mondo per aumentare l’immunità globale, per esempio? O la rinuncia ai diritti di proprietà intellettuale è una specie di furto da parte dello Stato che potrebbe mettere in pericolo la ricerca futura che sappiamo essere vitale per la salute pubblica?”
“La quota dell’industria farmaceutica globale di profitti netti totali realizzati da tutte le società quotate in borsa è passata da circa il 3% a metà degli anni ’70 a uno sbalorditivo 10% al suo picco all’inizio del 2020. Da allora, è scesa un po’, ma le aziende farmaceutiche rappresentano ancora più del 5% di tutto il valore del mercato azionario negli ultimi due anni. Il fatto che i ritorni sul capitale investito per le aziende farmaceutiche sono meno volatili rispetto alla maggior parte degli altri settori sfida ulteriormente l’affermazione che alti profitti sono necessari per compensare un ” gioco d’azzardo ad alto rischio ” per gli investitori.In breve, anche se le aziende farmaceutiche perdessero un quinto dei loro profitti continuerebbero a superare il 75% degli altri settori, e perdendo quasi un terzo dei loro profitti non guadagnerebbero meno della media dell’industria”.
“Forse gli alti profitti potrebbero essere giustificati dal fatto che le aziende farmaceutiche forniscono le innovazioni necessarie per migliorare e proteggere la salute pubblica. Ma non è affatto scontato che l’industria farmaceutica si concentri sui nuovi prodotti più necessari. Solo circa il 2-3% dei nuovi farmaci rappresentano importanti scoperte e circa il 9-11% offrono un vantaggio modesto rispetto ai trattamenti esistenti. Al contrario, mentre molti prodotti offrono pochi benefici, altre ricerche cruciali sono trascurate dall’industria: per esempio, nonostante l’urgente necessità di nuovi prodotti per contrastare la minaccia della resistenza antimicrobica, le pipeline di sviluppo sono in gran parte vuote e i pochi nuovi prodotti hanno fatto affidamento sul sostegno del settore pubblico piuttosto che sulle pure forze di mercato.”
“Organizzazioni finanziate e gestite dallo Stato come il National Institutes of Health degli Stati Uniti o, in futuro, l’Autorità dell’UE per la preparazione e risposta alle emergenze sanitarie, potrebbero avere un ruolo maggiore nello sviluppo dei farmaci. Questo è in linea con le proposte per una nuova strategia farmaceutica europea. I governi potrebbero acquisire promettenti farmaci e principi biologici in fase iniziale (o le aziende che li sviluppano) o potrebbero commissionare trial di terapie promettenti ma altrimenti trascurate. Tali attività potrebbero far parte di iniziative innovative ibride e basate su reti che contribuiscono alla ricerca vitale al di fuori dal modello tradizionale di monopolizzazione dei diritti di proprietà intellettuale e non sono guidate da profitti ma da priorità di salute pubblica.
Esempi di tali gruppi includono Open Source Malaria-istituito da un partenariato pubblico-privato senza scopo di lucro e il Global Influenza Surveillance and Response System dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che condivide dati e consigli che contribuiscono a vaccini antinfluenzali efficaci. Sono state anche proposte alternative che riequilibrano i rischi e i benefici per gli attori pubblici e privati, come i premi per le innovazioni di successo e la condivisione dei profitti con i governi che forniscono finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di prodotti di successo. Anche se c’è una crescente accettazione del fatto che gli approcci privati, guidati dal profitto, e protetti dalla proprietà intellettuale alla scoperta dei farmaci, sviluppo e marketing non funzionano per la gente, il cambiamento avverrà solo con la volontà politica che può superare la combinazione di lobby e inerzia che mantiene lo status quo.”
Key messagges
“Le più grandi compagnie farmaceutiche fanno profitti più alti delle più grandi compagnie di qualsiasi altro settore, ma questo non garantisce che forniranno il tipo di innovazione medica che più gioverebbe alla salute pubblica
La struttura di incentivi della ricerca farmaceutica a scopo di lucro ha come risultato che le principali minacce alla salute pubblica globale siano trascurate
L’industria teme che una rinuncia ai diritti di proprietà intellettuale danneggerebbe i profitti futuri minando il potere di monopolio su cui poggiano
I diritti di proprietà intellettuale per i prodotti covid-19 dovrebbero essere sospesi come parte di un intenso sforzo per ridurre l’emergere delle varianti e porre fine la pandemia”
L’articolo integrale a questo link: https://www.disuguaglianzedisalute.it/diritti-di-proprieta-intellettuale-su-vaccini-e-terapie-per-covid-19-perche-sospenderli/
18 febbraio 2022