E’ stato presentato a Bari il lavoro sinora svolto dal Registro Tumori della Puglia. Si tratta di dati relativi a tutte le province seppure per periodi di osservazione differenti. Taranto (anni 2006-10), Lecce (2003-2007), Barletta-Andria-Trani (2006-2009), Brindisi (2006-2008), Foggia (2006), Bari (2006). I dati resi sinora pubblici riguardano le intere province ed i capoluoghi. Si possono cominciare a trarre alcune indicazioni probabilmente utili per le attività di tutela della salute pubblica.
Si deve premettere che le cause o le concause dei tumori registrati si collocano almeno alcuni decenni prima della loro diagnosi. Alcune potrebbero non essere più attive. Molto più vicine nel tempo sono invece quelle dei tumori infantili e dei tumori del sistema linfoemopoietico, come le leucemie ed i linfomi.
Le diverse province presentano tassi di incidenza per tutti i tumori inferiori all’insieme dei registri tumori italiani ma superiori a quelli dell’Italia meridionale. Ciò vale per entrambi i sessi ma particolamente per i maschi. Questo dato presenta una qualche coerenza con la mappa prodotta dall’ISPRA in relazione alle emissioni di CO2 in Italia nel 2005 nella quale la nostra regione in quell’anno è prima in Italia (la CO2 non provoca tumori, ma con essa fuoriescono moltissime altre sostanze tra cui cancerogeni). Ma anche con il dato, sempre ISPRA, che colloca la Puglia al quarto posto in Italia per inquinamento delle acque da fitofarmaci. (http://salutepubblica.net/la-rivista/198-agostino-di-ciaula.html)
A livello provinciale nei maschi a Lecce l’incidenza dei tumori al polmone ed alla vescica è nettamente superiore anche al dato nazionale, così come nella BAT lo è l’incidenza dei tumori del fegato. Il mesotelioma, tipico tumore da amianto, nei maschi è elevato a Taranto e Brindisi. Sempre nei maschi i tumori della vescica sono più elevati dell’incidenza nazionale anche a Taranto mentre a Brindisi è più elevata del dato nazionale l’incidenza del linfoma non Hodgkin.
Nelle donne i tumori della mammella sono più elevati rispetto ai registri meridionali nelle province di Taranto, BAT e Brindisi.
A Brindisi capoluogo i tassi annui sono più elevati per tutti i tumori rispetto alla provincia, sia negli uomini (circa 10 casi in più ogni 100.000 abitanti), che nelle donne (14 casi). I linfomi non Hodgkinnei maschi sono più elevati rispetto a quelli della provincia, dei registri nazionali e meridionali. Nei maschi il tasso dei mesotelioni è superiore nel capoluogo in confronto alla provincia, al pool nazionale e a quello meridionale.
Si tratta di conferme di criticità già note che attendono da anni azioni di prevenzione, essenzialmente politiche (bonifiche, riduzione delle emissioni, nuove produzioni a basso impatto ambientale). Sarà necessario richiedere analisi di dettaglio, per esempio sui tumori infantili, ed una georeferenziane di alcuni tipi di tumori.
Il linfoma non Hodgkin a Brindisi può avere una relazione con le emissioni idustriali di benzene e con le attività di incenerimento di rifiuti e le discariche. Nella provincia con i fitofarmaci e le discariche. L’aumentata incidenza e mortalità di questa malattia nei pressi del polo chimico era già stata evidenziata in due studi pubblicati dopo il 2000 ma relativi agli anni ’90. Nel 1995 era stato pubblicato uno studio che segnalava un eccesso di mortalità per questo tumore negli anni ’80. Inoltre il primato di mesoteliomi a Taranto e Brindisi è chiaro indizio di presenza industriale di amianto.
Naturalmente l’incidenza dei tumori non costituisce certo l’unico indicatore di salute di una popolazione. Mortalità, ricoveri, esenzioni del ticket, consumi farmaceutici, certificati di assistenza al parto, malformazioni, i cosiddetti “dati correnti”, le cui analisi continuano ad essere richieste alle ASL da cittadini ed assocazioni, darebbero infomazioni più aggiornate e relative a rischi temporalmente più prossimi a noi (i dati più recenti dei registri tumori sono al massimo relativi al 2009-2010 e, come detto prima, le esposizioni cancerogene risalgono a decenni prima).
La parola ora passa ai cittadini ed alle istituzioni democratiche. I dati ci sono e da tempo, bisogna capire come e se influiranno sulle decisioni politiche. Il registro tumori e le altre analisi, infatti, non servono se sono solo un puro esercizio statistico.