Se ripenso a tutte le (poche) volte che sono venuto a Manfredonia per discutere di salute pubblica in riferimento alla sua storia industriale, devo riconoscere che il 16 giugno é stata una di quelle con le più solide prospettive (1). Non c’era molta gente all’incontro pubblico con i ricercatori, c’erano diversi giovani, quelli per intenderci che nel 1976 non erano nati e che non possono ricordare gli anni in cui Nicola Lovecchio svolse la sua azione pubblica. Perchè senza Nicola Lovecchio, capoturno del reparto insacco dell’Anic-Enichem di Manfredonia, la storia industriale di questa area sarebbe rimasta sepolta per sempre. E con essa quella sanitaria. Nicola Lovecchio – ebbi modo di dirlo nella stessa Sala di Palazzo dei Celestini nel 2006 in un convegno organizzato da ARPA Puglia per il trentennale dell’incidente – non lo ricordiamo perchè é morto giovane per un tumore al polmone senza aver mai fumato, ma perchè fece della sua malattia uno strumento di conoscenza utile per la collettività. Il processo penale che seguì alla sua denuncia, ancorché conclusosi senza individuare responsabilità, permise di mettere in luce la gravità dell’inquinamento prodotto e l’impatto sanitario sui lavoratori, la superficialità degli interventi effettuati e la subordinazione delle istituzioni pubbliche nei riguardi della grande industria di Stato. Grazie alla denuncia di Lovecchio furono condotti studi e prodotti saggi. I fantasmi dell’Enichem (2), Di fabbrica si muore (3). Una ricercatrice italiana a Yale, Stefania Barca (4), condusse uno studio che riguardava i disastri ambientali dell’industria chimica in Italia presentando anche l’indagine “scalza” di Nicola Lovecchio. Di lui si narrerà presto in un romanzo di Giulio Di Luzio nelle librerie italiane a gennaio prossimo.
Quando Lovecchio denunciava le malattie da arsenico tra gli operai dell’Anic, quell’azienda stava ormai chiudendo i battenti e arrivavano i soldi del contratto d’area. Ancora scelte per una economia eterodiretta. Ragioni di lavoro mi hanno portato poi lontano da Manfredonia, ma in questi anni ho seguito a distanza quanto si stesse facendo per indagare sulla salute dei manfredoniani. Ritenevo inconcepibile che, con una presenza industriale ventennale come quella dell’Anic, con una così lunga serie di incidenti e di intossicazioni, con un’area dichiarata per legge bisognosa di bonifica perchè con possibile impatto sulla salute umana, nessuno ci volesse vedere chiaro. Così proposi ai Sindaci succedutisi nel tempo di chiedere o attivare una indagine epidemiologica per rilevare eventuali effetti sulla salute di quella presenza e dei suoi lasciti. Qualche anno fa contestai su una rivista scientifica la metodologia dello studio SENTIERI il quale sosteneva che a Manfredonia non emergessero criticità sanitarie(1). In realtà si é approfondito poco! Nel 2002 si scrisse che i residenti a Manfredonia nati nel 1940 avevano una maggiore mortalità per tumore al polmone, mentre in Italia la classe più colpita era quella dei nati nel 1929. Il dato non raggiungeva la significatività statistica, ma avrebbe dovuto spingere i responsabili della salute pubblica ad un approfondimento. La mia azione di stimolo si rivolse anche nei riguardi del Sindaco Riccardi, circa tre anni fa. Dopo alcuni contatti telefonici ed elettronici il Sindaco mi chiese di indicargli alcuni ricercatori che potessero approfondire lo stato di salute della cittadinanza. Gli indicai alcune possibilità e da quel momento ha fatto tutto lui con il gruppo guidato da Mariangela Vigotti e Annibale Biggeri, scienziati di caratura internazionale (5). Non ho mai avuto la possibilità di incontrare personalmente Angelo Riccardi e stringergli la mano (neppure il 16 giugno ho potuto farlo, era impegnato negli incontri per la formazione della giunta comunale). Credo che abbia compiuto una scelta necessaria non tanto per giudicare il passato, ma per affrontare con consapevolezza il futuro. Una scelta che sembra eccezionale nei nostri comuni, ma che dovrebbe essere normale. Come é normale fare un bilancio economico, così ogni 2-3 anni si dovrebbe fare un bilancio di salute in modo da presentare a tutti, cittadini ed operatori economici, i propri propositi: noi vogliamo lavorare per vivere bene, questo é il nostro stato di salute, per migliorarlo o non danneggiarlo possiamo fare alcune scelte politiche (economiche, urbanistiche, ecc.) non altre. Ma se non conosciamo quale é la situazione di partenza, come possiamo scegliere?

Alla politica si muove spesso l’accusa di fare scelte contingenti. Questa dell’indagine ambiente e salute a Manfredonia é invece una scelta di prospettiva, carica di opportunità tutte peró da cogliere. Il processo conoscitivo che gli esperti condurranno sulla scorta della indicazioni di tutti i portatori di interesse, in primis il Comune, costituirà una attività ad alto contenuto scientifico. Sarebbe un peccato se rimanesse un’attività episodica ed appannaggio dei pochi esperti che la condurranno tecnicamente. Sarebbe invece una occasione per far crescere in loco competenze che possano proseguire ed aggiornare l’indagine nel tempo, in modo che rimanga un patrimonio della comunità. É facilmente intuibile la ricaduta culturale, scientifica ed occupazionale di una simile opportunità. Manfredonia potrebbe diventare un modello autogestito di produzione di conoscenza sanitaria e ambientale utile per altre realtà che vogliano approcciarsi alle scelte amministrative in modo consapevole.
Il progetto di Manfredonia é una indagine scientifica partecipata. Il prof Biggeri ha spiegato nell’incontro del 16 giugno che non si tratta di un “vezzo democratico”, ma sono la legge europea e quella italiana (legge n.6/2014 art.2 comma 4 bis) a richiedere espressamente il coinvolgimento dei cittadini. Questo ha una sua logica: meglio chiedere prima cosa interessa che si ricerchi piuttosto che vedersi contestare dopo perche si é indagato in una direzione che non interessa la collettività. L’indagine sta per concludere la sua fase preliminare. A settembre il disegno definitivo dello studio sarà pronto e avrà ricevuto anche il parere di revisori esterni ( io avrò l’onore di essere tra questi per conto del coordinamento delle associazioni ), una passaggio che garantirà la qualità scientifica della ricerca.

La semina realizzata da Nicola Lovecchio sta producendo i suoi frutti.

 

 

 

(1) A questo link gli audio di alcuni interventi e l’articolo sui risultati si SENTIERI a Manfredoniahttps://www.mediafire.com/folder/fdbnq87cu9liv/Manfredonia_150616_III_incontro

SENTIERI sta per Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento è ed guidato dall’Istituto Superiore di Sanità. Ha pubblicato la mortalità delle città sede di SIN (Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche) relativa agli anni 1997-2002

(2) I fantasmi dell’Enichem, Giulio Di Luzio, Baldini&Castoldi 2003

(3) Di fabbrica si muore, Maurizio Portaluri e Alessandro Langiu, Manni 2008

(4)Stefania Barca. Bread and Poison, Stories of Labor Environmentalism in Italy 1968-1998, In Dangerous Trade, Ed. by C. Sellers and j Mellers, Temple University Press Philadelphia, 2012

(5) Tutta l’attività svolta per l’indagine epidemiologica partecipata può essere seguita sul sitohttp://www.ambientesalutemanfredonia.it/