15 GENNAIO 2013
|Medicina Democratica e Salute Pubblica, difese dagli avvocati Stefano Palmisano e Andrea Casamassima, sono parti civili nel processo “Enel” pendente innanzi al Tribunale di Brindisi per l’inquinamento causato dalle polveri di carbone disperse dalla centrale termoelettrica di Cerano.
Lo ha deciso lo stesso Tribunale di Brindisi all’udienza dibattimentale di oggi, 14 gennaio 2013.
E’ un provvedimento importante per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
In generale, perché costituisce una conferma ulteriore di un orientamento giurisprudenziale ormai radicato e civilmente qualificante: quello che, in relazione a reati che comportano la lesione di “interessi superindividuali”, ossia di beni comuni, riconosce diritti sostanziali e processuali ai cittadini associati in difesa di quegli stessi beni; più precisamente, garantisce la piena qualità di parte processuale, di parte civile per l’appunto, alle associazioni in cui quei cittadini si riuniscono, a patto che esse abbiano tutte le carte in regola, sostanziali e formali, per come enucleate dalle stesse sentenze dei giudici di merito e di legittimità.
In quanto tale, pertanto, questo condivisibilissimo principio giurisprudenziale non può che risultare gratificante, anzi ulteriormente stimolante, per tutti gli uomini e le donne di questo paese seriamente impegnati nella lotta per la difesa dei primi, vitali, beni comuni: proprio l’ambiente e la salute pubblica.
Nello specifico, l’ordinanza del Tribunale di Brindisi rappresenta un fondamentale riconoscimento per l’impegno, ormai di lunga data, di Medicina Democratica e Salute Pubblica a tutela (quantomeno in chiave di limitazione del danno) di questo sventurato territorio.
E questa è un’ottima notizia non solo per i militanti di M.D. e di S.P., ma per tutti coloro che con queste due Associazioni condividono tensione ideale e impegno politico.
In tal senso, quando mai fosse necessario, vogliamo ribadire sin d’ora che la costituzione di M.D. e di S.P. è, e così ci auguriamo venga percepita, patrimonio di tutto il movimento ambientalista brindisino, nonché di tutti i cittadini e le cittadine di questo territorio che con noi, in questo processo penale, vogliano percorrere la strada impervia della ricerca della verità e della giustizia sull’ininterrotto e devastante attentato che questa città, ormai da decenni, sta subendo alla sua aria, alle sue acque, alla sua terra ed alla sua popolazione.
Consapevoli che questa strada costituisce solo una parte del più lungo, tortuoso e duro percorso che questa terra non può più rinviare: quello di un riscatto civile basato sull’etica della responsabilità individuale e sulla partecipazione democratica alla vita pubblica.
Restano, comunque, i primi strumenti della prevenzione primaria: a sua volta, l’unica in grado, davvero, di tutelare l’ambiente e la salute delle persone.
Molto più di qualsiasi, pur importante, processo penale.
Brindisi, 14\1\2013
Per Medicina Democratica Per Salute Pubblica
Gino Stasi Stefano Palmisano