di Gianluigi Trianni

Premessa

«La pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza macroeconomica dei servizi sanitari pubblici»: questo l’incipit vero, ma parziale, pudico e disatteso del testo della Missione 6 – Salute del PNRR, presentato dal Governo e approvato dal Parlamento lo scorso aprile.

Parziale perché del Servizio Sanitario Nazionale si evidenziano solo le disparità territoriali (che, peraltro, aumenterebbero in caso di attuazione dell’autonomia regionale differenziata ex comma 3 art. 116 Costituzione prevista da Governo e maggioranza parlamentare nel collegato alla Nadef 2021 e quindi nella legge di Bilancio 2022), l’inadeguata integrazione ospedale-territorio, i tempi di attesa elevati e «l’inesistenza di sinergie» nelle risposte «ai rischi ambientali, climatici e sanitari».

Pudico perché questa esposizione nasconde la mancanza di volontà politica, sottaciuta, e i tagli ai finanziamenti per lo sviluppo della sanità pubblica, anch’essi sottaciuti, che sono alla radice della acclarata ‒ dalla sindemia Covid-19 – insufficienza (come minimo) della medicina territoriale, dell’inadeguatezza strutturale del sistema ospedaliero (senza personale e terapie intensive sufficienti tanto da lasciare privi di assistenza anche pazienti non Covid-19), della incapacità di programmare servizi sulla base dell’evolversi della situazione epidemiologica e delle nuove acquisizioni della ricerca in medicina e della tecnologia dell’informazione. Disatteso, quell’incipit, sia dalla parzialità delle previsioni del PNRR Missione 6 che dalle politiche di Bilancio preconizzate dalla Nadef 2021 e dalla Legge di Bilancio 2022 che, nell’insieme, confermano quanto osservato dal Presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio il 23 novembre 2021: «Pertanto, dal punto di vista finanziario, non sembra si intenda dare luogo a un effettivo rafforzamento strutturale del SSN, ma sarebbero piuttosto confermate le precedenti scelte di allocazione delle risorse, che ponevano l’Italia tra i Paesi europei con spesa sanitaria meno elevata e in progressiva riduzione (Fig. 3.14)» (1).

pubblicato il 7.12.2021 su Volere la luna

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