Di Vito Totire
Questo appello è rivolto a chiunque, avendo notizia di un tumore professionale o ambientale certo o possibile, voglia approfondire.
Troppo spesso i dati epidemiologici – reali o approssimativi – vengono commentati per invocare misure di prevenzione o risarcimenti.
A volte si tratta di dati grezzi o addirittura erronei. Spesso tuttavia le ipotesi ventilate sono attendibili ma non vengono assicurati percorsi per l’accertamento che siano solidi e definitivi.
Con una certa frequenza, per diversi siti, si parla di impressionanti eccessi, per fare un esempio, di tumori del pancreas; dal nord al sud del Paese.
Fermo restando che chi entra in contatto con noi ha la facoltà – anzi è esplicitamente invitato – di comunicare tutti i casi che ritiene opportuno segnalare, vorremmo fare una prima sperimentazione:
- su tumori delle vie biliari intraepatiche
- su linfomi non Hodgkin.
Tumori delle vie biliari intraepatiche
Non sono particolarmente frequenti; se e dove registrati -vengono censiti assieme a quelli delle vie biliari extraepatiche – è probabile che questo accorpamento (comprensibile dal punto di vista anatomico) comporti una perdita di informazioni in quanto gli intraepatici – solo loro- sono considerati patognomonici di esposizione ad amianto; è il caso dunque di tenerli distinti dagli altri e verificare caso per caso la esposizione ad amianto per via inalatoria o per via digestiva;
Linfomi non Hodgkin
Sarebbe importante conoscere la georeferenziazione dei “casi” (area agricola o industriale) e la professione (esposizione a soventi, clorurati, pesticidi, glifosato);
L’ipotesi di ricerca che proponiamo non è in competizione con le ricerche svolte dalle istituzioni sanitarie. Al contrario vuole essere – nella sua autonomia e con la sua peculiarità di ricerca dal basso – uno stimolo nei confronti di istituzioni in cui qualche volta le risorse potrebbero essere impegnate meglio e che hanno un atteggiamento attendista (aspettiamo che si pronunci la IARC). A ogni modo spesso i dati epidemiologici raccolti non pesano concretamente su quei percorsi ad personam che invece occorre garantire anche per evitare un uso solo accademico e genericamente conoscitivo (sia detto senza voler sottovalutare la importanza anche di queste finalità della ricerca).
Siamo in un Paese in cui l’ente assicuratore per le malattie professionali giunge, a volte, persino a disconoscere la eziologia professionale di mesoteliomi segnalati. La nostra strada è dunque “in salita”. E anche questo ci deve suggerire la necessità e l’urgenza dell’impegno.
La prima indicazione (per “rompere il ghiaccio”) focalizzata su tumore delle vie biliari intraepatiche e LNH ovviamente non nasce da mere ipotesi o da suggestioni. Essa ha un supporto patogenetico ed epidemiologico (vedi Brandi e Casale Monferrato per le vie biliari, IARC ed altre fonti per il LNH). Possiamo considerarla la punta di un iceberg; e occorre agire in fretta viste le preoccupanti previsioni climatiche riguardanti il destino degli iceberg.
Grazie a tutte/i per le collaborazioni, le osservazioni e le critiche che vorrete fare.
Materiali e segnalazioni (ovviamente con modalità rispettose della privacy, salvo liberatoria della persona interessata) vanno inviate a:
Vito Totire cp 441 40124 Bologna
oppure vitototire@pec.it; vitototire@gmail.com
L’iniziativa è promossa da:
AEA, associazione esposti amianto e rischi per la salute
Circolo Chico Mendes, associazione per l’ecologia sociale
Centro per l’alternativa alla medicina Francesco Lorusso
Appello pubblicato anche su http://www.labottegadelbarbieri.org/monitoraggio-tumori-ambientali-e-occupazionali-partiamo-da/
22 giugno 2019