14 APRILE 2015
|Circa 31 pesticidi avrebbero già dovuto essere messi al bando dalla Comunità Europea se un rapporto scientifico sulle sostanze chimiche che mimano l’azione degli ormni non fosse stato bloccato a causa dei forti interessi economici delle aziende produttrici. Il rapporto identifica le sostanze chimiche definite disturbatori-endocrini che sono correlate ad un incremento di malormazioni fetali, mutazioni genitali, sterilità e effetti avversi sulla salute che vanno dai tumori alla perdita di QI. Lo afferma The Guardian in un articolo del 2 febbraio scorso. Il rapporto non ancora pubblicato contiene i criteri per catalogare tali sostanze considerato che la sola potenza della sostanza non è sufficiente a stabilirne la ammissione in commercio in quanto gli effetti negativi si osservano anche con esposizioni a sostanze di bassa potenza.
Una Regulation del Parlamento Europeo del 2009 sui prodotti per la protezione delle piante introduceva un criterio per i cosiddetti disturbatori-endocrini: sostanze attive presenti nei pesticidi non devono essere più impiegate se esse sono disturbatori endocrini a meno che non vi sia un serio danno che non possa essere contenuto con altri mezzi disponibili inclusi quelli non chimici. Sebbene il dibattito sui disturbatori endocrini abbia avuto inizio nel 1999, nessuna azione reale è stata assunta sinora. Una delle principali ragioni è la mancanza di chiarezza circa la definizione di disturbatore endocrino. Per queste ragioni il Parlamento Europeo ha insistito per porre fine a queste incertezze adottando dei criteri provvisori e dando mandato alla CE di adottarne dei definitivi entro la fine del 2013. Per la mancata adozione dei criteri la Commissione è stata sottoposta a procedimento giudiziario da parte della Svezia (paese notoriamente all’avanguardia nel bando dei pestici da moltissimi anni). La Commissione invece di adottare i criteri sulla base delle evidenze scientifiche ha lanciato una consultazione pubblica che ha fatto quindi saltare il termine della fine del 2013.
The Guardian sostiene che la Commissione sia pressata dalle industrie chimiche che vedono minacciati , con il bando di alcune sostanze, ingenti guadagni derivanti dalla vendite dei pesticidi sotto processo. Undici parlamentari Europei (tra cui l’italiano Dario Tamburrano del M5S) hanno scritto a Vytenis Andriukaitis, commissario Europeo per la Salute e la Sicurezza del Cibo, per protestare circa i ritardi nella emissione dei criteri definitivi e contestando la scelta di ricorrere ad una consultazione pubblica invece di aderire a definiti criteri scientifici.
Pesticide Action Network Europe ha raccolto tutta la documentazione disponibili su 53 sostanze di cui 5 dovrebbero essere regolate già sulla base dei criteri adottati ad interim dal PE e 31 pesticidi hanno dimostrato effetti di disturbo endocrino.
Quattro di queste ultime sostanze sono incluse nella tabella allegata alla determina della Regione Puglia (n.10 del 12.2.2015) con cui si rende operativo il decreto ministeriale 2777/2014 su “Misure fitosanotarie obbligatorie per il contenimento delle infezioni di Xylella fastidiosa da attuare nella zona infetta” cioè nel Salento.
Si tratta di sostanze ancora legalmente commerciabili ma in attesa di regolazione europea e con evidenze scientifiche di essere disturbatori endocrini. In particolare il Dimetoato, con azione sugli ormoni tiroidei, aumenta la concentrazione ematica di insulina e diminuisce la concentrazione ematica di ormone luteinizzante. Sono stati dimostrati danni ai testicoli, alle ovaie, disturbi della tiroide ed alla riproduzione; la Deltametrina, presenta attività estrogenica, effetti sul sistema riproduttivo, sugli ormoni tiroidei e sulla spermatogenesi;Lambda cialotrina, diminuisce la secrezione degli ormoni tiroidei, agisce sullo sperma, sui testicoli e sull’immunità; il Clorpirifos, ha proprietà antiandrogene, effetti avversi sulla tiroide e sull’apparato riproduttivo maschile, tossicità embrio-fetale.
Considerata la gran quantità di queste sostanze che gli agricoltori saranno costretti ad immettere nell’ambiente, sarebbe una sana misura di prevenzione e di precauzione eliminare o almeno sconsigliare la scelta delle sostanze considerate nocive.